"Per l’editoria è allarme rosso assoluto. Tutti gli impegni assunti sono stati disattesi. Bonaiuti non sia corresponsabile dell’operazione di strangolamento finanziario in atto, perché garantire il pluralismo è interesse pubblico".
Lo ha affermato il segretario della Fnsi, Franco Siddi, in una conferenza stampa a Palazzo Madama, alla quale hanno partecipato parlamentari di tutti i gruppi politici, eccetto il Pdl. Vincenzo Vita, senatore del Pd, ha reso noto che alla conferenza stampa avrebbe dovuto partecipare il senatore Pdl, Alessio Butti, che ha avuto un contrattempo. Siddi aggiunge: "È in atto una manovra anche contro le agenzie di stampa, per le quali siamo passati dalle convenzioni pluriennali a quelle annuali. Questo significa che il Governo vuole influenzare le scelte di chi assicura l’informazione primaria". Per la maggioranza era però presente il senatore della Lega Roberto Mura, ex amministratore delegato della Padania: "Le problematiche dell’editoria si sono incancrenite e siamo ora ad un livello difficilmente sopportabile. Ha ragione Siddi: il pluralismo non è un interesse di parte, ma un interesse pubblico. Io non parlo a nome del Governo, ma la Lega porta avanti queste istanze con convinzione". Giuseppe Giulietti di Articolo 21 ha chiesto al ministro Tremonti di firmare subito il decreto ministeriale per l’applicazione delle tariffe postali agevolate. "Il neo ministro Romani – ha detto Giulietti – usi un centesimo della passione, adoperata per difendere le tv del Presidente del Consiglio, per garantire il pluralismo dell’informazione. L’atto sulle tariffe postali agevolate va firmato immediatamente". Lelio Grassucci, Presidente onorario di Mediacoop (l’associazione che raggruppa le cooperative editoriali), ha evidenziato l’ampiezza dei problemi: "Il Governo ha ridotto drasticamente le risorse ed ha soppresso, a partire dal 2010, il carattere di diritto soggettivo dei contributi all’editoria. Rendendo incerti dimensione e tempi della loro erogazione ha impedito di appostare i contributi nei bilanci aziendali, chiuderli e certificarli ed ha determinato difficoltà, per molti insuperabili, nei rapporti con il mondo bancario. Sono a rischio chiusura 92 testate, anche storiche, con la possibile perdita di oltre 4mila posti di lavoro tra giornalisti e poligrafici". Renzo Lusetti (Udc) ha auspicato "una mozione parlamentare sull’editoria che vincoli il Governo. I fondi potrebbero essere trovati abolendo le province". Vincenzo Vita, senatore Pd, ha chiuso così la conferenza stampa: "Con il prossimo Natale rischiamo di non vedere più 90-100 testate in edicola. L’allarme è rossissimo ed il nostro è un urlo disperat Bonaiuti non sia Don Abbondio e ci ascolti. Romani smentisca di essere troppo filo Mediaset. Serve un emendamento condiviso da 100-120 milioni di euro che garantisca la soglia di galleggiamento all’editoria. Romani potrebbe reperire i fondi, facendo un’asta competitiva per l’assegnazione delle frequenze digitali. L’Italia, altrimenti, sarebbe l’unico Paese ad assegnare le frequenze senza un’asta competitiva". (AGI)