A fine 2010 scadrà il divieto di partecipazioni incrociate nei settori dell’editoria quotidiana e delle televisioni, ma la norma deve essere prorogata fino al 2015 per assicurare il tempo necessario a trovare soluzioni virtuose ai rischi di involuzione strutturale del settore.
A chiederlo sono Pd, Udc e Idv che hanno preparato una proposta di legge congiunta per una moratoria di altri 5 anni. Il divieto – ha ricordato nel corso di una conferenza stampa alla Camera Paolo Gentiloni (Pd) – introdotto nella legge Mammì nel 1990 e prorogato fino al 2010 con un emendamento Udc alla legge Gasparri, non poteva scadere nel momento peggiore: «L’editoria quotidiana vive la peggiore crisi da decenni ed è concreto il rischio di un ulteriore aumento del livello di concentrazioni. Oggi l’Italia è l’unico paese europeo in cui la pubblicità televisiva supera nettamente quella sui quotidiani: 54% contro 23%». In un unico articolo, la proposta chiede la proroga del divieto di concentrazione fino al 2015, «e può essere anche inserito come emendamento a un provvedimento, per esempio il milleproroghe. L’augurio è che anche la maggioranza voglia farlo proprio». In base alla proposta, il comma 12 dell’art 43 del decreto legislativo 177/2005 (il Testo unico della radiotelevisione) è dunque sostituito dal seguente: «gli operatori verticalmente integrati che svolgono attività televisiva anche attraverso l’esercizio di più di una rete nazionale in tecnica analogica non possono acquisire partecipazioni in imprese editrici di giornali quotidiani o partecipare alla costituzione di nuove imprese editrici di giornali quotidiani». Ma, ci ha tenuto a puntualizzare Roberto Rao dell’Udc, «non si tratta di una legge ad personam. Non abbiamo bisogno di trucchi. Può essere anche l’inizio di un dibattito» su una riforma complessiva del settore«. Beppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, ha citato l’esempio di Rupert Murdoch che, in Gran Bretagna, ha fatto incetta di giornali. Questa, ha insistito, “è una norma per tutelare ciò che resta del libero mercato”. “È una norma ‘ad personas’ e non ‘ad personam’". Giulietti ha invitato sia il presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà sia quello dell’Agcom Corrado Calabro “a battere un colpo e accendere i riflettori sulle concentrazioni già esistenti, per la libertà del mercato e la tutela dei soggetti editoriali”. (ANSA)