Il tycoon australiano rimane impassibile ai resoconti negativi sull’andamento dei suoi paywall.
Come segnalato da numerose testate internazionali e non solo, l’unico caso in cui il pagamento di notizie online ha riscosso successo è quello del Wall Street Journal, nel quale però confluiscono lettori professionisti del mondo imprenditoriale, che fanno del predetto quotidiano una sorta di insostituibile bibbia finanziaria. Quanto invece accada su Times e Sunday Times non ha nulla a che vedere con il caso precedente e i risultati lo dimostrano: quasi due terzi dei lettori cercano le proprie notizie altrove, senza cedere a quella sterlina in più per consultare il sito dello storico quotidiano inglese. Ciò nonostante l’avanzata del paywall di Rupert Murdoch non si arresta. Anzi, mieterà nuove “vittime”. Infatti, come dichiarato da News International – divisione del gruppo che si occupa di quotidiani e magazine britannici – da ottobre diventerà a pagamento anche il sito del tabloid domenicale News of The World, al costo di 1 sterlina per un giorno, 1 sterlina e 99 per quattro settimane. E contemporaneamente verrà resa disponibile l’applicazione per iPad, al prezzo settimanale di 1 una sterlina e 99. Probabilmente anche in questo caso si potrebbe assistere ad un calo del numero dei lettori, con una conseguente diminuzione di popolarità della testata. Ma allora rimane da chiedersi, perché Murdoch sembra comunque disposto a correre rischi economicamente consistenti pur di indottrinare i lettori di tutto il mondo al cambiamento? (M.M. per NL)