E’ la rivincita del giornalismo: quello vero, trasversale nei luoghi e nel tempo, verificato e professionale.
Il New York Times sfrutta il paradosso dell’informazione infinita ed incontrollata sul web: gli utenti dopo il bombardamento di news e fake news vogliono un gatekeeper, un filtro affidabile multicanale e multipiattaforma (come per radio e tv).
Affidabilità e qualità: sono le due parole chiave fondamentali per il giornalismo del 2019, secondo l’editore del New York Times, Arthur Ochs Sulzberger Jr.
In una sua recente lettera ai dipendenti della nota testata americana, Sulzberger ha sostenuto che, forse per la sovrabbondanza di informazioni ad oggi disponibile, i lettori possono sentirsi smarriti e che non vogliono più dover cercare notizie scritte, audio e video da più fonti, ma “sono alla ricerca di un’unica fonte di notizie di cui possano fidarsi, in ogni forma”.
Da tempo ormai il New York Times ha intrapreso un’opera di ristrutturazione dei contenuti e delle modalità di fruizione, creando il podcast di successo The Daily (che è modello per molte realtà che si occupano di informazione nel mondo), e puntando per il 2019 a costruire documentari settimanali per la tv via cavo (The Weekly, canale FX).
La multicanalità, per essere opportunità e non una minaccia all’integrità del servizio offerto, deve essere accompagnata da un’altra caratteristica: la qualità dei contenuti offerti. Sulzberger ha chiarito che “Il fatto che possiamo essere riconoscibili in The Times in tutti questi diversi formati mostra quanto stiamo navigando nella transizione digitale.
E mostra quanto crediamo che siamo grandi le opportunità per l’azienda nei prossimi anni, ma il più grande giornale del mondo raggiunge ancora oltre un milione di case ogni settimana” (ma non si può negare che Michael Barbaro, con The Daily, raggiunge molto più persone ogni giorno di quanto il quotidiano non abbia mai fatto).
La riconoscibilità del Times e la fedeltà dei lettori, secondo l’editore, sono dovute al grande lavoro sui contenuti: “Il mondo non ha bisogno di più contenuti, ci sono già abbastanza commenti superficiali, podcast di chiacchiere e video di Youtube – prosegue Sulzberger – ciò di cui si ha bisogno davvero è il grande giornalismo: report originali che possano portare alla luce nuove informazioni, commenti intelligenti di esperti che possano aggiungere sfumature e comprensione, una narrazione elegante e ambiziosa che sappia deliziare e divertire”. (P.B per NL)