Puntare sulla qualità dell’informazione e differenziare i contenuti della versione online rispetto a quella cartacea. Questo è il nuovo approccio, ideato e messo in pratica dal New York Times: metodo che sembra essere la soluzione per far fronte alla crisi dell’editoria.
Per il quotidiano americano il 2018 si chiude in maniera sorprendente: i ricavi totali annui hanno raggiunto quota 1,75 mld di dollari (1,54 mld di euro, +4,4%), con utili pari a 127 mln, in grande crescita rispetto ai 6,8 mln del 2017.
Mark Thompson, presidente e chief executive del New York Times, ha dichiarato: “Abbiamo terminato il 2018 con 709 mln di dollari di ricavi digitali. Ciò significa che, dopo appena tre anni, siamo già a tre quarti del nostro obiettivo quinquennale di raddoppiare il fatturato digitale a 800 mln di dollari entro il 2020”.
La parte online pesa, quindi, per oltre il 40% dei ricavi totali. Nell’ultimo trimestre dell’anno appena trascorso gli abbonamenti online in più sono stati 265 mila – divisi tra chi si interessa all’informazione e chi invece preferisce usufruire del servizio per cruciverba o siti di cucina – facendo giungere, così, il numero totale di abbonati digitali a 3,4 mln (+27% sul 2017) e portando il quotidiano a totalizzare 401 mln di dollari di ricavi da abbonamenti digitali sull’intero anno. Per quanto riguarda i lettori complessivi, la cifra passa da 3,4 mln a 4,3 mln se si aggiungono i numeri del cartaceo.
In conseguenza al risultato ottenuto, Thompson ha fissato il prossimo obiettivo: raggiungere i 10 milioni di abbonati entro il 2025. Anche l’advertising digitale ha contribuito in maniera positiva all’andamento finanziario del New York Times, con un incremento annuale del 8,6% (259 mln di dollari) e trimestrale del 23% (103 mln di dollari), superando per la prima volta la raccolta su carta che, invece, in contro tendenza, è scesa del 10% a 88 mln di dollari.
Thompson ha concluso così affermando: “Il nostro appeal verso gli abbonati e verso i principali inserzionisti del mondo, dipende più che da ogni altra cosa, dalla qualità del nostro giornalismo. Questo è il motivo per cui abbiamo aumentato, piuttosto che ridurre, gli investimenti nelle nostre redazioni e negli opinionisti. Vogliamo accelerare ulteriormente la crescita digitale, quindi nel 2019 faremo nuovi investimenti sul giornalismo, sul prodotto e sul marketing”. A confermare questa intenzione vi è da sottolineare l’assunzione di 120 nuovi giornalisti, per un totale di 1600 collaboratori della testata: il numero più alto nella storia del quotidiano. (N.S. per NL)