“Non si può sfuggire da parte di nessuno al contenimento della spesa pubblica che va affidato soprattutto alla razionalizzazione di molte voci”.
Il sottosegretario Bonaiuti: ”Il Parlamento vari in tempi brevi una nuova legge ampiamente condivisa”
Roma, 10 ott. (Adnkronos/Ign) – “Non si può sfuggire da parte di nessuno e in nessun settore all’imperativo del contenimento della spesa pubblica, per rispetto dell’impegno europeo al pareggio del bilancio considerando il nostro ingente debito pubblico e per l’interesse proprio e fondamentale del nostro Paese”. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (nella foto) si è espresso così sulla spinosa questione dei tagli all’editoria, in occasione della celebrazione al Quirinale della ‘Giornata dell’Informazione’.
Per il capo dello Stato, tuttavia, se da un lato “il contenimento della spesa pubblica nell’editoria va affidato soprattutto alla razionalizzazione di molte voci che non brillano in certi casi per validità di motivazioni, per funzionalità e per trasparenza”, dall’altro si deve considerare “la preoccupazione a non comprimere il pluralismo dell’informazione, anche in particolare per le voci e le posizioni oggi non rappresentate in Parlamento. Una necessità che, naturalmente, si pone non solo per la carta stampata ma anche per la radio e la televisione”.
Durante la cerimonia il presidente della Repubblica ha ricevuto, da parte dei rappresentanti dell’Ordine dei Giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa, il ‘Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti’, denominato ‘Carta di Roma’, ed ha consegnato ai familiari le Medaglie d’oro al Merito Civile conferite alla memoria di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, caduti in Somalia nel 1994. A quanti “rischiano la vita, in missioni giornalistiche all’estero, in zone di terrorismo e di scontro armato” è andato l’omaggio e il ricordo del capo dello Stato.
Nel corso del suo intervento Napolitano ha rivolto un monito perché nelle cronache giudiziarie non venga meno ”la ricerca di un valido equilibrio tra i valori del diritto-dovere di informazione e del rispetto della riservatezza delle indagini e della privacy e dignità delle persone”, indicando nell”’autovigilanza” e nella ”capacità di autocorrezione” la strada maestra.
E, fra tanti premi istituiti nel settore dell’informazione e del giornalismo, ne ha suggerito uno ”per i titoli che caratterizzano vistosamente nelle edicole i nostri giornali: un premio per i titoli più misurati e meno sensazionali”. Napolitano precisa che rinunciare al sensazionalismo certo non si deve tradurre in “titoli ambigui o poco stimolanti alla lettura; ma in titoli che rispettino più correttamente il fatto che viene presentato e il pensiero che viene ospitato, specie nel campo dell’informazione politica”.
Il capo dello Stato non ha poi mancato di avvertire sul ”rischio che la xenofobia e l’intolleranza possano addirittura sconfinare nel pregiudizio razzista”, ribadendo che “non bisogna generalizzare né indulgere in giudizi sommari” ma al tempo stesso occorre “vigilare, prevenire, intervenire, per impedire qualsiasi deriva verso il razzismo”.
Infine, ha rivolto un “pressante invito” alle parti ad “andare avanti fino in fondo nel dialogo per il rinnovo del contratto di lavoro dei giornalisti”. Giornalisti che ”rappresentano presidi essenziali per la verità, la libertà e la democrazia”.
La questione del rinnovo del contratto è stata affrontata anche da Paolo Bonaiuti. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega all’Editoria, ha stigmatizzato che la trattativa “non si sia ancora conclusa”, pur giudicando con favore “qualche margine d’apertura” nel confronto fra la Fieg e la Fnsi.
Quanto all’editoria, Bonaiuti annuncia: “Chiederemo al Parlamento di arrivare in tempi brevi a varare una nuova legge di sistema, che sia ampiamente condivisa”. Riguardo, in particolare, ai tagli ai contributi di settore, il sottosegretario ricorda che “la crisi globale non risparmia l’editoria. Abbiamo cambiato il parametro per i contributi diretti, correlandoli alle copie effettivamente vendute. Terremo conto – assicura – dei suggerimenti dei rappresentanti delle categorie e dei parlamentari, sempre con l’intenzione di procedere al di sopra delle parti. Il provvedimento non sarà varato prima della sua presentazione alle commissioni parlamentari competenti”
Bonaiuti avverte però che “è finito il tempo dei contributi a pioggia”, anche se conferma “la comprensione di quanto siano vitali le voci del pluralismo e in particolare quelle degli organi che rappresentano le forze politiche”. Superata l’emergenza attuale, “il problema si porrà per il 2009 e dovremo anche superare le osservazioni dell’Unione Europea per l’unicità tutta italiana dei contributi all’editoria.