Editoria. N.Y. Times: Bono in soccorso dopo conti in rosso

Bono degli U2 corre al soccorso del New York Times coi conti in rosso: il cantante irlandese, uomo dell’anno di Time per la filantropia, ha accettato l’offerta del quotidiano di curare una rubrica sulla pagina degli editoriali nel corso del 2009


Franco Abruzzo.it

Non è chiaro se Bono sarà pagato, ma in caso affermativo devolverà il contributo in beneficenza, ha detto Kathy McKiernan, portavoce della organizzazione filatropica One Campaign creata dal cantante. L’annuncio coincide con la diffusione dei dati trimestrali della società che pubblica il giornale: vittima come il resto delle testate Usa di un calo della pubblicità, nel terzo trimestre 2008 la New York Times Co. ha registrato un calo di oltre il 51 per cento nei profitti, inducendo Standard and Poor ad abbassare il rating in territorio spazzatura nella previsione che il clima economico negativo aggraverà il rallentamento della raccolta pubblicitaria.

Il titolo New York Times è ai minimi degli ultimi 13 anni. I risultati in negativo hanno indotto il giornale a prendere in considerazione un taglio dei dividendi entro la fine del’anno: «Dobbiamo determinare cosa è prudente fare alla luce delle condizioni complessive dei mercati, ha detto la Ceo Janet Robinson. Anche Moodys ha minacciato di ridurre il rating del Nyt da Baa3 in territorio carta straccia, una misura che rischia di rendere più difficile l’accesso al credito. Sul fronte dei dividendi c’è stata una discussione molto dinamica, ha detto il Chief Financial Officer James Follo, rifiutandosi di precisare se il board, che l’anno scorso li aveva aumentati del 31 per cento a 23 centesimi per azione, sia pensando a ridurli o a eliminarli del tutto. Il New York Times è controllato attraverso un sistema di azioni pesanti al momento del voto dalla famiglia Ochs Sulzberger a cui i dividendi portano in casa 25 milioni di dollari all’anno.

Il taglio degli utili potrebbe provocare divisioni nel clan, finora compatto nella difesa dell’ investimento familiare nel giornalismo di qualità: negli ultimi dieci anni almeno 17 cugini Sulzberger hanno compiuto 25 anni, l’età alla quale scatta il diritto di voto, allargando del 38 per cento il numero di membri della famiglia che hanno voce in capitolo. Potrebbe cioè riprodursi una situazione analoga a quella che l’anno scorso ha portato alla vendita del Wall Street Journal: il clan dei Bancroft si divise davanti all’offerta da 5 miliardi di dollari di Rupert Murdoch, aprendo la strada all’ingresso della prestigiosa testata finanziaria in News Corp. (ANSA)

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