Mondadori ha chiuso il primo semestre 2013 con una perdita di 27,1 milioni (nel 2012 il gruppo aveva registrato un utile di 7,5 milioni nello stesso periodo), un margine operativo lordo (ebitda) in rosso per 5,3 milioni di euro (da un risultato positivo per 36 milioni registrato a giugno 2012) e con un giro d’affari di 612,3 milioni (-9,4%).
Equita (che dà indicazione “reduce” a 0,6 euro), si attendeva un fatturato di 605 milioni, un ebitda in rosso per 9 e una perdita netta di 32. Crescono solo le attività internazionali. In calo tutte le linee di business tranne le attività internazionali (+10% anche grazie alle royalties incassate con le edizioni estere di Grazia). I libri hanno registrato una discesa del 7,3% (e poteva andare peggio se Inferno, il nuovo best seller di Dan Brown non fosse arrivato sugli scaffali lo scorso maggio), mentre l’area periodici un calo del 15,2%. Mondadori si mostra ancora in affanno sul fronte della raccolta pubblicitaria che, specifica la nota, nei primi cinque mesi dell’anno ha registrato una flessione del 17,2% rispetto al 2012, «confermando le difficoltà riscontrate negli ultimi anni». La società presieduta da Marina Berlusconi pone poi l’accento sulle efficienze il piano di riduzione dei costi e di riorganizzazione, annunciato dalla società in occasione della trimestrale, con un obiettivo di risparmi a regime (nel 2015) di 100 milioni di euro. Efficienze e tagli sono portati avanti su quattro fronti: costi del personale (la forza lavoro si è ridotta del 4,6% rispetto a giugno 2012 e parimenti, il costo del personale è sceso del 5,5%), costi industriali (in proposito è stata raggiunto con Elcograf un accordo per la riduzione delle tariffe di lavorazione grafiche e di stampa. Si attendono inoltre ulteriori benefici sull’acquisto diretto di carta a partire dal 2014); costi logistici (l’obiettivo è quello di razionalizzare le sedi del gruppo) e costi operativi (saranno ridefiniti i contratti di fornitura). Particolarmente incisivi, ai fini della riduzione dei costi, spiega la societa’, sono stati l’avvio del piano di ristrutturazione delle aree impiegatizie dei periodici e degli enti centrali di Arnoldo Mondadori Editore, che proseguira’ fino alla primavera del 2014, cosi’ come il ricorso agli ammortizzatori sociali in vari contesti dell’area Direct. Per quanto riguarda i giornalisti delle redazioni dei periodici, dove all’inizio di giugno si e’ giunti al perfezionamento di un accordo per la gestione di 87 eccedenze, si evidenzia che sono gia’ stati attivati i contratti di solidarieta’ e la cassa integrazione a orario ridotto in attesa, per la fine dell’anno, del decreto di accesso al prepensionamento 2013-2015, che permettera’ – afferma la societa’ – ulteriori, significativi saving. Nel semestre la casa editrice di Segrate ha portato avanti il rilancio dei magazine, in particolare dei tre settimanali femminili (Grazia, Donna Moderna, TuStyle) e di Chi. Un’azione che, a sentire la società «ha portato risultati molto positivi». In particolare la nota della società segnala che, «rispetto all’ultimo numero prima del rilancio, Grazia ha registrato un incremento delle copie del 22,1%, Donna Moderna ha segnato un +25,6% e TuStyle un +39,5%». Quanto a Chi invece i dati Ads di maggio evidenziano una diffusione media di 299.283 copie (+9% rispetto allo stesso mese del 2012 e +4% nel secondo trimestre del 2013 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Per luglio i magnifici quattro (i tre femminili e Chi) dovrebbero arrivare a una diffusione di 1,15 milioni di copie alla settimana. Nel semestre peraltro proprio i magazine hanno perso complessivamente il 16% a livello di giro d’affari (13,4% a perimetro omogeneo, ovvero al netto degli effetti dovuti alla trasformazione di Flair in allegato di panorama e alla cessazione delle pubblicazioni di Economy). A giugno poi sono cessate le pubblicazioni di Casaviva, Ville Giardini, Panorama Travel e Men’s Health (quest’ultimo è passato a Edisport Editoriale). Per i prossimi mesi, la nota della società spiega che: «Le azioni poste in essere dal gruppo a sostegno della qualità dei brand dei periodici, la programmazione editoriale dei libri e le attività impostate sul piano del contenimento dei costi manifesteranno i maggiori effetti positivi nella seconda parte dell’esercizio, per la quale si può prevedere un margine operativo lordo in linea, o anche superiore, a quello del secondo semestre del 2012». Tuttavia, come sottolineano da Segrate tutto questo non basterà a rilanciare la redditività del gruppo. «Con riferimento all’intero esercizio 2013, il margine operativo lordo sarà comunque inferiore all’anno precedente, tenuto conto di elementi non ricorrenti positivi presenti nel 2012, e di maggiori oneri di ristrutturazione nell’esercizio corrente». (Cinzia Meoni per www.economiaweb.it)