Una Mondadori forte e salda nei mercati, è quello che si augura sentitamente l’amministratore delegato del colosso editoriale Italiano Ernesto Mauri (in foto), pensiero espresso nel corso dell’assemblea degli azionisti della casa editrice di Segrate per l’approvazione del bilancio di esercizio al 31/12/2016.
La premura della società sembra proprio essere quella di crescere e non rattrappirsi in manovre economiche imprecise. “Per chiunque operi nei nostri settori – libri e periodici – che risultano calanti abbiamo il dovere, se non vogliamo scendere, di guardarci intorno nei Paesi e nei settori dove operiamo per poter riuscire ad espanderci”. Ad affermarlo è sempre Mauri, che dichiara che tendere al miglioramento nel digitale e alle varie opportunità di sviluppo estere è ciò che serve alla società per non restare indietro, investendo in ciò che ad oggi è ancora arretrato, attraverso operazioni di accrescimento. “Nel settore dei libri con l’acquisizione di Rizzoli abbiamo aperto una finestra sul mercato Usa. Adesso siamo presenti sul mercato italiano, francese e finalmente americano”. Al momento “non ci sono operazioni in vista”, ma “Mondadori non vuole fermarsi dove è arrivata”. “Stiamo guardando attentamente ogni singolo segmento dove operiamo”, ha aggiunto il manager, confermando che “nel primo trimestre l’andamento è in linea con la guidance, quindi positivo” e stimando l’apertura “di 115-120 nuovi punti vendita nei prossimi 3 anni”. Per il 2017, esistono tutte le condizioni per tornare al dividendo dopo sette lunghi anni di inattività e riuscire a distribuirlo correttamente, anche se la scelta finale spetterà all’azionista ovviamente, ma certo è, che ciò che si aspettano i vertici massimi dalla società è di riuscire a portarsi a casa un 30% netto in più sul fatturato totale annuo: il goal aziendale è vicino. Parlando più nello specifico dei conti del primo trimestre 2017, Mauri si è poi pronunciato sull’andamento complessivo del gruppo editoriale, che registra una crescita della raccolta pubblicitaria in Italia di circa l’8%, specificando che il risultato combina un calo nel cartaceo in linea con il mercato, ma, d’altro lato, anche un fortissimo aumento nel digitale. Ciò che desta qualche perplessità ad oggi è il caso francese, che registra una discesa nella raccolta pubblicitaria delle testate del gruppo, nel paese: per un risultato negativo sia nel print, sia nel digitale. È verso lo stato transalpino che, comunque, da Mondadori, guardano maggiormente per possibili acquisizioni all’estero, specie nel settore dei periodici. Orgoglioso Mauri, osserva con grande gaudio, il successo raccolto da Giallo Zafferano: dal 18 marzo, in tutte le edicole italiane ed in coppia con altri produzioni e periodici del gruppo, per la prima volta in versione cartacea. Un nuovo magazine mensile di Mondadori che nasce come spin-off dell’omonimo brand digitale, una delle case history di maggior successo del mercato online italiano. È la prima volta che il primo numero di un prodotto va in utile: si riscontrano 200 mila copie in autonomia più altre 200 mila in allegato ad altre testate. In conclusione dal sito primaonline.it riportiamo le parole del presidente Marina Berlusconi che, nel corso dell’assemblea, si è detta favorevole all’introduzione del voto maggioritario. “Non c’era alcun bisogno di blindarsi. Noi potevamo contare già prima su una maggioranza assoluta e quindi non c’è nessuna volontà di blindatura” commenta. “Scegliamo il voto maggiorato perché riteniamo che sia giusto favorire una logica di investimento di lungo periodo anche per dare al management la flessibilità di fare scelte e di perseguire obiettivi anche di medio e lungo periodo in totale serenità”, specificando: “riteniamo che la stabilità dell’azionariato sia un fatto positivo e un valore per la società”. Sulla possibilità di introdurre il voto maggiorato anche in Mediaset, Marina Berlusconi ha dichiarato che “su questo non ho una risposta, vedremo”. Interpellata anche in merito alla vicenda che contrappone Mediaset ai francesi di Vivendi, la presidente della holding della famiglia Berlusconi ha ribadito che tra le parti non c’è nessun contatto. “Il problema è tutto loro e i francesi possono dire quello che vogliono: noi chiediamo solo che vengano rispettati gli impegni che si sono assunti e che ci venga risarcito il danno enorme che ci hanno provocato”. “Sono i fatti che contano e i fatti sono che esiste un contratto vincolante che loro non hanno rispettato”, ha aggiunto, ricordando la richiesta danni di quasi due miliardi avanzata da Fininvest, l’esposto presentato alla Procura della Repubblica “che ha dato luogo all’avvio di un’indagine”, e il provvedimento dell’Agcom “che ha stabilito che la posizione dei francesi è illegale”.(E.M. per NL)