Editoria. L’Unità: Concita De Gregorio nuovo direttore da lunedì 25 agosto

Il consiglio di amministrazione della Nuova iniziativa editoriale (Nie), società editrice del quotidiano, ha accolto la proposta dell’azionista


Franco Abruzzo.it

Roma, 22 agosto 2008. Concita De Gregorio è il nuovo direttore dell’Unità. Il consiglio di amministrazione della Nuova iniziativa editoriale (Nie), società editrice del quotidiano, ha accolto la proposta dell’azionista di nominare alla direzione la De Gregorio, che si insedierà da lunedì 25 agosto. Concita De Gregorio, ex firma di punta di Repubblica, subentra ad Antonio Padellaro che ha guidato la redazione dal marzo 2005. Inizia dunque il nuovo corso del quotidiano fondato da Antonio Gramsci e la cui proprietà è passata a Renato Soru. Ecco il testo del comunicato firmato dal presidente della Nie Giorgio Poidomani: «Il Consiglio di amministrazione di Nie ha deliberato di affidare l’incarico di direttore responsabile de l’Unità a far data dal 25 agosto 2008 alla signora Concita De Gregorio. Antonio Padellaro firmerà il giornale fino a quella data. Questo avvicendamento è ritenuto funzionale al progetto di sviluppo e di innovazione de l’Unità soprattutto in direzione della multimedialità. Il Consiglio di amministrazione di NIE ha rivolto i suoi più vivi e non formali ringraziamenti ad Antonio Padellaro per quanto fatto per l’Unità in questi 7 anni di collaborazione ai massimi livelli. Il Consiglio di amministrazione ha infine espresso i suoi più fervidi auguri alla signora Concita De Gregorio». (ANSA).

DE GREGORIO, UNA DONNA AL TIMONE /SCHEDA

Roma, 22 agosto 2008. Oggi ha ricevuto l’investitura ufficiale: Concita De Gregorio è il nuovo direttore dell’Unità di proprietà di Renato Soru e firmerà lo storico giornale fondato da Antonio Gramsci da lunedì 25 agosto. È uno dei rarissimi casi in cui una donna prende il timone di un quotidiano nazionale. I precedenti sono davvero pochi: il più recente riguarda il Secolo d’Italia attualmente diretto da Flavia Perina; più indietro negli anni va ricordato il tentativo non troppo fortunato di Pialuisa Bianco di risollevare le sorti dell’Indipendente (1994) e, in tempi ormai remoti, va ricordata l’esperienza di Matilde Serao al Mattino. Concita De Gregorio, toscana di Pisa, classe ’63, è una giornalista di lungo corso di Repubblica dove è approdata nel 1990, dopo otto anni al Tirreno. È proprio nel giornale fondato da Eugenio Scalfari che diventa una firma di primo piano: si occupa di cronaca politica e interna, spazia nel costume e commenta grandi fatti ed eventi italiani. Mamma di tre figli, di origine catalana, trova il tempo di firmare una rubrica sul magazine femminile di Repubblica ‘D’ e di scrivere libri: nel 2002 pubblica ‘Non lavate questo sangue, diario dei giorni del G8 a Genovà, nel 2006 ‘Una madre lo sa. Tutte le ombre dell’amore perfettò, mentre per settembre è prevista l’uscita del suo ultimo lavoro dal titolo Malamore. Il nome di Concita De Gregorio alla guida dell’Unità è circolato subito dopo l’acquisto del giornale da parte del governatore della Sardegna e fondatore di Tiscali, Renato Soru. Fra annunci e parziali smentite e qualche polemica, arriva la comunicazione ufficiale anche se le voci sulla ‘squadra’ continuano a inseguirsi: Luca Telese che avrebbe dovuto affiancarla lasciando il Giornale ha declinato l’offerta, mentre restano in pista l’inviato di Repubblica Giovanni Maria Bellu, e Daniela Amenta, ora in forza a E Polis, quotidiano free press. (ANSA).

FNSI, ORA FASE DI STABILITÀ E SVILUPPO.

Roma, 22 agosto 2008. Per la Federazione nazionale della stampa, «con la nomina di Concita De Gregorio alla direzione si apre per l’Unità una fase nuova, che il sindacato dei giornalisti si augura possa essere di stabilità e di sviluppo in un momento non facile per tutta l’editoria politica». «Un ringraziamento particolare – sottolinea la Fnsi in una nota – va alla redazione e alla sua rappresentanza sindacale, che in mesi di notevole incertezza hanno continuato ad esigere, con grande lucidità e determinazione, una soluzione proprietaria capace di mantenere saldo il legame della testata con la sua storia e con i suoi lettori. Analogo ringraziamento merita il direttore uscente, Antonio Padellaro, che si è battuto con energia perchè l’Unità continuasse ad essere voce autonoma e non omologata nel panorama dell’informazione, e che ha saputo mostrare particolare attenzione alle forze del lavoro e al ruolo del sindacato nella società italiana. A Concita De Gregorio, che va ad infoltire il gruppo ancora troppo esiguo delle giornaliste direttrici, un sincero augurio di buon lavoro e l’impegno del sindacato a giudicare la sua azione, come quella di ogni direttore, in base ai contenuti del piano editoriale e al rispetto del contratto e delle regole della professione». La Fnsi chiede che l’Unità «continui ad essere voce di quel mondo del lavoro che, nella vita pubblica italiana di questi anni, ha sofferto e continua a soffrire di una grave sottorappresentazione. Il sindacato dei giornalisti auspica inoltre che, dopo la decisione di oggi sul vertice della testata, si dia vita al più presto agli organi di garanzia già annunciati dall’editore Soru, in modo che la nuova Unità possa vivere la prossima stagione senza il peso di un potenziale conflitto di interessi». (ANSA).

PADELLARO: “LASCIO UN GRANDE GIORNALE. BERLUSCONI NON CI HA DOMATO E QUESTO È MOTIVO DI ORGOGLIO”.

Roma, 22 agosto 2008. Antonio Padellaro saluta oggi pomeriggio la redazione dell’Unità e si accomiata dai lettori con un editoriale che sarà pubblicato domani: una riflessione sui suoi sette anni e mezzo di lavoro ma anche una orgogliosa rivendicazione dei risultati raggiunti, del ruolo svolto dal giornale, del suo radicamento nell’opinione pubblica, delle sue battaglie politiche, civili e di libertà. Elementi che, scrive il direttore, ne fanno un grande giornale. «Grazie Unità», scrive Padellaro il quale già in apertura rivolge i propri auguri di buon lavoro a Concita De Gregorio. E subito riserva parole di profonda stima per Furio Colombo e di ringraziamento alla redazione e agli imprenditori che hanno permesso all’Unità di andare avanti nella sua storia. L’Unità – scrive – è il giornale ‘politicò più venduto in Europa con «una media giornaliera di 48mila copie certificate nei primi sette mesi del 2008 (certo, meno delle 60mila vendute nel 2002; certo, più delle zero copie da cui eravamo ripartiti). Una platea giornaliera di 274mila lettori effettivi(dati Audipress 2008)». «L’Unità – prosegue – si può amare o avversare ma tutti sanno che giornale è, quali idee esprime, quali valori difende, contro cosa e contro chi irriducibilmente si batte. Chi fa quotidianamente l’Unità, chi la impagina, chi la pubblica – si legge ancora – sa bene chi sono i suoi lettori. Sono quelli che incontra alle Feste che io continuerò a chiamare dell’Unità». Padellaro porterà con sè tre istantanee: nella prima c’è Berlusconi che mostra il giornale dalla «inconfondibile striscia rossa» e lo indica come il ‘nemicò. «Che il premier più ricco e più potente, sul cui impero dell’informazione non tramonta mai il sole – scrive – non sia riuscito a domare questo piccolo grande giornale è motivo di orgoglio per tutti coloro che, ancora, sono riusciti a non farsi dismettere. Ai tanti smemorati (anche nel campo a noi vicino) vorrei rammentare l’insostituibile funzione che l»Unità ha avuto, appena rinata, negli anni più duri dell’opposizione al secondo governo Berlusconi«. E definisce Marco Travaglio erede di quella cultura libera e liberale ispirata alla figura di Paolo Sylos Labini. »Nell’aprile del 2006 – aggiunge – pensammo che il fuoco fosse domato e la battaglia vinta«. Un errore, dice, anche se »nessuno in quel momento poteva immaginare con quale grado di autolesionismo« si sarebbe gettata alle ortiche un’occasione storica». La seconda istantanea è la prima pagina dell’Unità listata a lutto, con i nomi e le storie di quanti hanno perso la vita sul posto di lavoro. «Solo chi non ma mai letto veramente l’Unità – afferma – può sostenere che il nostro sia stato, e sia il giornale di un antiberlusconismo pregiudiziale e fine a se stesso. Il pregiudizio è di chi ha preferito non vedere i danni prodotti dalla cultura padronale e reazionaria scaturita dai governi della destra. A questi attacchi, spesso di stampo fascista e razzista l’Unità, giornale del lavoro, dei diritti civili e dei diritti di libertà ha risposto, ogni giorno, colpo su colpo. Infine, la terza immagine è quella di Ingrid Betancourt finalmente libera. (ANSA).

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