Sembrerà, strano ma il settore editoriale cartaceo mostra segni di ripresa: l’indagine dell’Area Studi Mediobanca R&S sui principali otto gruppi editoriali italiani rivela infatti che, dopo l’accumulo di 1,2 miliardi di euro di perdite nette nel quinquennio 2013-2017, proprio a partire dal 2017 gli editori hanno cominciato a registrare significativi incrementi degli utili netti e della redditività aggregata.
In ordine per fatturato, lo studio Mediobanca mostra le performance degli otto gruppi osservati a partire dal 2013 fino a Settembre 2018: Mondadori (1268 mln di euro), Rcs (896 mln), Gedi (634 mln), Sole 24 Ore (230 mln), Monrif-QN (153 mln), Caltagirone Editore (138 mln), Cairo Editore (89 mln), Class Editori (62 mln).
Come anticipato, eccezion fatta per Cairo Editore che è l’unico esempio di chiusura in positivo con +38 milioni di euro, il quinquennio 2013-2017 è stato emorragico per tutto il comparto. Dalla fine del 2017, però, Rcs ha registrato un utile netto di 71 milioni di euro, con un deciso miglioramento rispetto ai 4 milioni del 2016. Così anche Mondadori a quota 30,4 milioni (22,5 mln nel 2016) e Sole 24 Ore con 7,5 mln (rimbalzo notevole dopo il crollo a -92,6 mln del 2016). Sul versante della redditività industriale a livello aggregato spicca ancora la performance di Cairo Editore (12,4%) seguita da Rcs (10,8%) e Gedi (5,8%). Ancora positiva nel 2018, l’ebitda di tutte le principali società editoriali è del 5,3% (+ 1,2% rispetto al 2017).
I nove mesi del 2018 considerati nello studio, però, oltre confermare una generale flessione dei fatturati delle principali aziende editoriali italiane, hanno portato anche un’altra novità, ossia la conquista del primo posto per fatturato da parte di Rcs (713 milioni di euro) a discapito di Mondadori (658 milioni di euro).
I segnali positivi, però, non sono sufficienti a rischiarare le ombre della diminuzione delle vendite. Bisogna considerare, infatti, che sebbene quasi il 90% provenga ancora dalla carta stampata, nel quinquennio 2013-2017 le copie cartacee vendute sono calate del 40,5% (a 2,2 milioni al giorno) e le copie digitali non colmano il gap delle vendite. La diffusione complessiva dei quotidiani italiani rappresenta lo 0,4% di quella mondiale; per fare un paragone, meno della somma del primo quotidiano tedesco e quello britannico. (V.D. per NL)