Acque agitate nel Gruppo Editoriale L’Espresso per via della contrazione dei ricavi. Il gruppo ha registrato infatti nei primi nove mesi dell’anno un utile netto di 4,5 milioni di euro, contro i 26,4 milioni dei primi nove mesi del 2012.
Nel merito, i ricavi netti consolidati sono stati pari a 524,4 milioni, con un calo dell’11,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nell’industria editoriale, spiega il Gruppo l’Espresso in una nota diffusa ieri, «il 2013 continua a riproporre un’evoluzione estremamente critica sia della raccolta pubblicitaria (-15,8% ad agosto) che delle diffusioni. Peraltro l’evoluzione mensile della raccolta, allo stato, non lascia intravedere alcuna ripresa significativa». Le contromisire adottate hanno «consentito di attenuare gli impatti negativi della crisi», ma «la prospettiva resta comunque molto incerta a causa del perdurare della fase recessiva, che comporta scarsa visibilità sull’evoluzione futura degli investimenti pubblicitari». Anche se l’indebitamento del gruppo a fine settembre è diminuito a 61,7 milioni, dai 108,1 milioni di fine 2012, nei nove mesi i ricavi diffusionali mostrano una flessione del 6,9% a 215,3 milioni, in un mercato che «continua a registrare una significativa riduzione delle diffusioni dei quotidiani (-9,4%)». I ricavi pubblicitari hanno registrato un significativo calo del 15,7% a 288,6 milioni. Nel dettaglio, la stampa è precipitata del 21,8% nella raccolta pubblicitaria, con un decremento forte per i periodici e più contenuto per quotidiani locali. Le radio nazionali di proprietà (Dee Jay, Capital, m2o) – da sempre fiore all’occhiello del Gruppo – vedono un calo del 10,7% di raccolta (ma è del 12,6% il calo dell’intero comparto), che trova una poco più che simbolica consolazione nel fatto che la pubblicità su internet è cresciuta dell’1,8% (-3% il mercato). Grave invece il fatto che il margine operativo lordo del gruppo si è quasi dimezzato, passando a 47,5 milioni dagli 82,8 nello stesso periodo 2012, con un risultato operativo ridotto a 24 milioni dai precedenti 54,3 mln. Alla luce dei succitati risultati, va probabilmente letta in controluce l’annunciata operazione di concentrazione dei mux DTT tra Telecom Italia Media e Rete A, il network provider dell’Espresso, già accolta con estrema freddezza dalle Borse (dalla parte del gruppo editoriale di De Benedetti). (M.L. per NL)