Ne avevamo parlato già qualche giorno fa: la presentazione dell’iPad sta avendo effetti che vanno ben oltre il mercato potenziale di questi “palmari da tavolo” o e-book reader che dir si voglia.
iPad, infatti, non è altro che un supporto. E i ritorni, per Apple, non verranno solo dalla vendita di queste apparecchiature. La fetta più grande della torta riguarda la “provvigione” su ogni e-book che sarà venduto tramite iTunes (e successivamente visualizzato su iPad). L’ingresso di Apple in questo mercato sta rovesciando, almeno temporaneamente, i rapporti di forza tra editori e rivenditori online. Apple deve recuperare quote di mercato, rispetto ad Amazon e Google ed è quindi disposta a concedere di più agli editori. Fisserà prezzi a loro più graditi (un poco più alti) e gli lascerà una parte maggiore dei proventi (il 70% invece del 60%). Sembrano piccoli ritocchi, ma provate a immaginare quali saranno gli effetti legati alla vendita di migliaia e migliaia di copie. Questa mossa ha, di fatto, restituito forze alle case editrici, che ora possono rinegoziare le loro posizioni nei confronti di Amazon e Google. Questa volta con il coltello dalla parte del manico. Vi avevamo già raccontato dei problemi tra McMillan e Amazon. E’ di ieri invece una notizia del NYT (www.nytimes.com/2010/02/09/books/09google.html?hpw), che ci dice che qualcosa di molto simile sta accadendo con Google. Il gigante di Mountain View stava negoziando condizioni particolarmente svantaggiose per gli editori, tipo la possibilità di lasciar stampare agli utenti copie del’e-book che acquistano o di poter liberamente copiare e incollare parti dei libri. Google era sicura di poter forzare la mano e costringere gli editori a firmare un accordo di questo tipo. Ma la mossa di Apple ha fatto saltare il tavolo e stando a quanto riporta il NYT, ora Google si sta dimostrando molto più sensibile alle ragioni degli editori. La guerra degli e-book è appena iniziata. Staremo a vedere quale sarà la prossima mossa. (Davide Agazzi per NL)