Far pagare i contenuti online, non far pagare i contenuti online: questo è il problema, almeno ora e tra gli editori. Molti di loro rimangono mesi a riflettere sulla questione, nella speranza di tornare a far quadrare i conti della propria business unit.
E poi, come se niente fosse, la soluzione si presenta in modo piuttosto semplice, celata dietro un’applicazione di iPhone. E tutto ciò accade a dispetto degli innumerevoli battibecchi tra editori e Google o di qualsiasi cosa possano dichiarare Murdoch e De Benedetti. La notizia è questa: a due mesi dal lancio dell’applicazione del melafonino, che permette di consultare i contenuti del Guardian, sono già 100mila coloro che hanno scelto questa modalità di fruizione delle news, pagando solo 2,39 sterline. Non molto del resto, ma qualcosa in più rispetto al nulla che, fino ad ora, ha contraddistinto il mercato delle notizie sul web (e, comunque, qualcosa in meno rispetto agli abbonamenti mensili che propongono Corriere.it e Gazzetta.it). In sostanza, come è giusto che sia, quel che si paga è l’applicazione iPhone, non le news (che sono poi le stesse disponibili gratuitamente anche in rete). Si tratta di una soluzione intermedia tra il “tutto gratis” e il “tutto a pagamento”, che al Guardian ha regalato parecchie soddisfazioni. Questo nonostante il direttore del quotidiano britannico avesse recentemente preso le distanze da qualunque modalità di fruizione di notizie a pagamento che potesse somigliare, anche solo vagamente, alle strategie commerciali di Rupert Murdoch. (Davide Agazzi per NL)