Uno su tre è la quota di utenti internet che sarebbe disposta a prendere in considerazione forme di pagamento per accedere a contenuti premium. A sancirlo è la più recente Global Survey Nielsen condotta in ben 52 differenti paesi.
Il tema è sempre quello: quanti sarebbero disposti a pagare per accedere a delle news di qualità? Il futuro dell’editoria pare destinato a giocarsi sulla sottile definizione del valore economico di essere aggiornati e su visioni dello sviluppo della rete radicalmente diversi. La maggior parte degli utenti internet si dichiara ad oggi contraria a qualsiasi forma di pagamento. Internet è gratis e, secondo questi ultimi, dovrebbe rimanere tale: che gli editori, quindi, dimentichino qualsiasi piano legato ai contenuti premium. Questa è la posizione prevalente tra chi naviga sul web. All’estremo opposto c’è un 8% di persone che già paga per tenersi aggiornato, convinto che nell’era moderna sia questa la chiave del successo. In mezzo, un 35% di lettori in transizione, potenzialmente sensibili a offerte targettizzate. Persone che “pagherebbero se” i contenuti fossero davvero di qualità: se non ci fosse pubblicità all’interno delle aree riservate; se il pagamento avvenisse in base a quel che si consuma, o comunque attraverso forme di micropagamenti; se i contenuti premium fossero riproducibili. È su questo terreno che si giocherà la partita a scacchi dell’editoria mondiale. Chi riuscirà per primo a trovare la formula giusta, rimarrà in campo. Per gli altri, probabilmente, suoneranno altisonanti allarmi rossi. L’indagine Nielsen è comunque un segnale di speranza: uno su tre, infatti, non è poca cosa. Anzi, è un mercato potenzialmente vastissimo. Conviene quindi rimboccarsi le maniche, e cominciare a sperimentare formule in cui contenuti gratuiti e premium si affiancano, per attrarre sui propri siti le tre diverse tipologie di utenti descritte da Nielsen. Perché di questi tempi, non ci si può proprio permettere di lasciare indietro nessuno. (Davide Agazzi per NL)