Tosinvest editoria pensa in grande: pronti 10 milioni di euro per il rilancio del quotidiano di Antonio Polito.
Piccoli quotidiani crescono. È arrivata l’età della maturità anche per “Il Riformista”, piccolo quotidiano edito dalla famiglia Angelucci (la stessa che edita “libero”, di Vittorio Feltri), nato nel 2002 da un’idea di Claudio Velardi, ex consigliere politico di Massimo D’Alema e diretto, sin dai suoi esordi, da Antonio Polito (tranne che nella parentesi in cui Polito, tra il 2006 e lo scorso marzo, è stato Senatore della Repubblica, nelle file della Margherita, periodo in cui si sono avvicendati alla direzione Stefano Cingolani e Paolo Franchi), che ne è l’attuale direttore. È tempo di riforme per “il Riformista”: negli obiettivi degli editori, infatti, c’è un quotidiano che possa reggere il confronto con i big del settore. Addio il classico colore arancione, quindi, ed ecco in arrivo il full color. Addio anche alla foliazione di sole 8 pagine per passare alle 32. La data di partenza del nuovo progetto è ancora incerta, ma i rumors parlano del prossimo ottobre e, in ogni caso, del prossimo autunno. Anche la redazione (vista la mole del giornale quadruplicata) subirà un incremento vistoso: Polito, infatti, sta già passando al vaglio le candidature dei prossimi “papabili” cronisti del giornale. Dovranno essere in tutto una trentina ed i nomi previsti sono di tutto rispetto (sempre i rumors parlano di Giampaolo Pansa e Ritanna Armeni, ma ancora nulla è confermato). L’unico nome certo, per il momento, è quello del vice direttore esecutivo, appena assunto. Si tratta di Ubaldo Casotto, storico braccio destro di Giuliano Ferrara a “Il Foglio” dal 1996, doveva ricopriva la stessa mansione, ciellino da una vita, un’esperienza in Rai ed una come caporedattore della rivista “Vita”. Il mese scorso, intanto, la famiglia Angelucci, che preside la società che edita “il Riformista”, ha deciso di fondere le quattro società proprietarie di marchi e testate dei due quotidiani che essi editano (oltre a quello di Polito, “Libero”), con l’obiettivo di ottimizzare la gestione amministrativa delle due testate. Non solo, gli editori hanno deciso di ricapitalizzare la Tosinvest Editoria per un totale di 14 milioni, di cui 10 dovrebbero servire per far fare a “il Riformista” il salto di qualità. (G.M. per NL)