Editoria. Il Molise è una regione off line. Il legislatore regionale disinteressato alla stampa telematica

“Le pubblicazioni devono essere diffuse in tutte le edicole della regione da un periodo continuativo non inferiore ai cinque anni da calcolarsi dalla data di entrata in vigore della legge.” Non si citano, in alcun modo, le pubblicazioni web


(Prima Pagina Molise.it) – La IV Commissione consiliare è impegnata a discutere una proposta di cui alla gente comune, ai lavoratori, ai malati, ai disoccupati, alle persone per bene che in questa regione producono reddito o fanno i salti mortali perchè un reddito non ce l’hanno, non interessa molto.

E’ un po’ come per la nomina del presidente della Commissione di Vigilanza RAI: polemiche feroci, scontri fra maggioranza e opposizione, ma cui prodest? Di che si parla? Per quanto riguarda il Molise e l’Informazione, con cui i molisani dovrebbero sapere, capire, possibilmente incidere sulle decisioni che si assumono sulla loro testa e sui loro destini, parliamo di una proposta di legge (numero 76 del 2007) della Giunta regionale:”Misure urgenti a sostegno degli editori molisani operanti nel settore della carta stampata”. Il merito della “confezione” è dell’assessore Sandro Arco. Il contenuto è più eclettico e denota (come si dice delle opere scultoree) tratti più o meno riconoscibili a colpo d’occhio, di più mani. In pratica, ai legislatori regionali appare urgente che la carta stampata, quindi i quotidiani e le riviste cartacee, abbiano un sostegno economico congruo e tempestivo. Bene! Ci sembra un indizio di grande sensibilità per le tematiche della democrazia globale.

Max Weber, osservando questo dato, avrebbe finalmente capito cosa legittimi il potere esercitato all’interno di uno Stato generando un giusto consenso. Un concetto che al padre della Sociologia piaceva molto ma da cui non riuscì a trarre illuminazioni risolutive.

La premessa della legge regionale sui finanziamenti pubblici all’editoria è rassicurante: “La proposta di legge si propone di contribuire a promuovere e garantire il pluralismo e la libertà di informazione nel rispetto dei principi costituzionali e dello Statuto”. Fra i vari vincoli e parametri elencati, si coglie che il “vestito” è tagliato da un sarto di grande esperienza e manualità e cucito per poche taglie.

Il problema che interessa PrimapaginaMolise.it è che, come nulla fosse si escludono i quotidiani on line: “Le pubblicazioni devono essere diffuse in tutte le edicole della regione da un periodo continuativo non inferiore ai cinque anni da calcolarsi dalla data di entrata in vigore della legge.” Non si citano, in alcun modo, le pubblicazioni web.

La palese esclusione di quotidiani cartacei “imponenti”, dal punto di vista della diffusione, come Nuovo Oggi Molise,proverrebbe, a quanto si legge nella bozza di legge, dalla volontà di escludere gli editori che già attingono a finanziamenti nazionali, europei o comunque extraregionali. Lo spirito è che la Regione Molise possa garantire un sostegno agli editori locali perchè possano competere ad armi pari con realtà editoriali esterne già solide e rodate. Peraltro, il supporto finanziario da parte dell’Istituzione regionale si giustificherebbe proprio perchè mirato a chi nasce e opera sul territorio.

In tal senso, appare un errore ignorare proprio chi, in loco, ha investito nell’innovazione e apporta al settore un contributo di visibilità e di efficienza riconosciuta dai lettori. Possibile che PrimaPaginaMolise.it, Primonumero.it, Altromolise.it non esistano, non siano percepiti come strumenti di divulgazione delle notizie, visibili e rappresentativi di questo territorio?

Non si tratta di discutere su chi avrà i soldi e chi no ma di concepire una legge “solida”. Benchè sia un provvedimento di emergenza, un Governo regionale non può legiferare sulla base della momentaneità perchè la regola che tocca temi così nodali stabilisce un precedente e proietta il livello di conoscenza e di lungimiranza del legislatore.

Il dato macroscopico, quindi, ha anche implicazioni culturali, al di là dell’effetto immediato. Escludere i giornali web significa non aver colto ciò che in Molise sta accadendo davvero e, soprattutto, significa non voler dare spazio a quel pluralismo tanto evocato che non è solo ideologico.

La diversificazione che consente un’Informazione davvero pluralista ed efficace presume anche vivacità “tecnologica”, sperimentazione, possibilità di accesso a strumenti, come il web, che fanno parte del linguaggio comune, soprattutto fra i lettori-utenti più scolarizzati.

I giovani, gli studenti, leggono quasi esclusivamente on line, almeno i quotidiani. Soprattutto, al di là dei contenuti, delle linee editoriali dichiarate o meno, si pone una questione di consapevolezza e di comprensione della realtà regionale. Non contemplare i quotidiani on line in una legge regionale sull’editoria significa trascurare che la comunicazione che passa attraverso il web non è di serie B ma prevale, ormai, su ogni altra forma di divulgazione delle notizie e delle idee. Una legge che non ne tiene conto appare quantomeno antistorica e datata, prima ancora di nascere.

Inoltre, dato non certo secondario, l’Informazione on line è un’opportunità professionale formidabile per gli editori o i giornalisti giovani, per i ragazzi che hanno volontà e requisiti per creare piccole realtà imprenditoriali mediante una struttura editoriale autonoma. Il Governo regionale non può non tenere conto anche di questa opportunità produttiva a portata di nuove intelligenze.

Chi ogni giorno scrive, diffonde notizie, dà implicitamente atto agli amministratori del lavoro svolto. Anche quando il rapporto fra amministratori e giornalisti fosse conflittuale, il risultato è la completezza del ciclo della comunicazione pubblica con cui si realizza un servizio essenziale alla Democrazia. Se il legislatore non sa valutare l’importanza di questo rapporto e non riconosce all’interlocutore uguale dignità, perde il contatto con la vita reale del territorio.

Si può pensare ad un sostegno all”editoria locale dimenticandosi di chi, in Molise e per il Molise, in questo settore impiega soprattutto “sapere e sperimentazione”, senza rete e con entusiasmo vero?

C’è, inoltre, una palese contraddizione di fondo: la pubblicazione di un quotidiano on line presume l’autorizzazione del Tribunale, previa l’iscrizione al ROC, il Registro per gli operatori della Comunicazione.

Un iter per nulla semplice che garantisce la legittimità, a tutti gli effetti, considerato che l’iscrizione al ROC è la stessa per tutti gli organi di informazione, radio, televisioni o giornali. Se un Tribunale autorizza un quotidiano on line, a fronte di una lunga serie di prove giuridiche, perchè la Regione li considera così trascurabili da non annoverarli nella sua regolamentazione?

Che senso ha dover ottenere l’autorizzazione del Tribunale se la massima Istituzione del Molise non riconosce ai quotidiani on line pari dignità con gli altri?
Il commento di un lettore ” eccELLEnte”

Caterina Sottile

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