Per la prima volta dopo 25 anni la prima pagina de “Il Manifesto” viene stampata a colori. Nel suo piccolo, per lo storico quotidiano comunista, si tratta di una mini rivoluzione, ma la cosa non stupisce poi più di tanto i tradizionali lettori. La prima pagina in full color è ormai una consuetudine nel mondo dell’editoria ed era naturale che prima o poi anche il quotidiano diretto da Gabriele Polo vi si adeguasse. Il colore è in grado di rendere più accattivante qualsiasi notizia e le prime pagine de “Il Manifesto”, già caratterizzate da una graffiante ironia, non potranno che trarne giovamento. Polo promette poi “foto a colori più grandi” e “titoli con ancora più effetto”. Chissà cosa si inventeranno per mantenere queste promesse. Più del restyling grafico però ad interessare è il cambiamento di linea editoriale che si accompagna alla scelta del full color. Polo fa sapere che il nuovo manifesto avrà con i suoi lettori un rapporto nuovo: si darà più spazio all’approfondimento, alle inchieste e ai reportage. Questo per riprendere contatto con una società che, stando a quanto sancito dalle urne, è mutata probabilmente più di quanto la sinistra si sia accorta. “Il Manifesto” cambia pelle quindi, per aiutarci a capire come sia cambiato il contesto in cui viviamo. Polo parla di un quotidiano in qualche modo “settimanalizzato”, che dia più spazio alla riflessione che all’attualità. Siamo curiosi di vedere se e come questo avverrà. Per il momento possiamo solo dire che l’annunciato rinnovamento consiste nel dedicare la seconda e la terza pagina all’approfondimento di una sola tematica. Tra qualche settimana potremo valutare se il restyling sarà effettivamente servito a trasformare “Il Manifesto” in un più efficace strumento “di battaglia politica, ricerca giornalistica e ricostruzione culturale”. Di immediato effetto sarà invece la nuova rubrica quotidiana tenuta da Daniele Luttazzi in prima pagina. Non è difficile prevedere che le pillole del comico più irriverente che ci sia in circolazione diventeranno un’insostituibile “buongiorno” per il popolo della sinistra. A chi deve fare i conti con un panorama politico a tinte fosche non può infatti far che bene iniziare la giornata con un tocco di colore e un pò di buon umore. Il punto è però: basteranno questi accorgimenti per rimpinguare le casse di un quotidiano che da troppo tempo soffre più dei suoi lettori? (Davide Agazzi per NL)