Editoria: gli e-reader sostituiranno carta e rotative. Murdoch si schiera con Sony

New York – conferenza annuale “Communcopia” di Goldman Sachs. “Se la sai gestire bene l’informazione rimane redditizia. Guardi cosa stiamo facendo con il Wall Street Journal”. Con queste parole Rupert Murdoch ha risposto alla provocazione di Mark Wienkes, vicepresidente della banca Goldman Sachs, secondo cui, stante la crisi in cui versano le “news” e la miracolosa raccolta pubblicitaria da “tutto esaurito” in cui naviga Fox, la News Corp del magnate australiano potrebbe essere ragionevolmente ribattezzata Entertainment Corp. Ma l’uscita non è piaciuta al magnate australiano, che con la sua risposta ha preso velocemente la rivincita su Wienkes citando il suo Wall Street Journal. Il quotidiano online rimane a pagamento, ma Murdoch svela che anche chi legge gratuitamente i contenuti del WSJ da iPhone o Blackberry dovrà presto sottoscrivere un abbonamento: due euro a settimana o solo un euro se sei già abbonato all’edizione cartacea, ma la qualità si paga, qualunque sia il modo attraverso cui la si legge. E i quotidiani cambieranno radicalmente nei prossimi 20 o 30 anni, migrando lentamente verso gli e-reader; motivo per cui è necessario essere rapidi, comprendere le tecnologie e lanciare sul mercato metodi innovativi per la consultazione delle news. Murdoch rivela di aver già sottoscritto un accordo Sony (stesso partner di Google nella battaglia con Amazon Kindle) e che a Natale la casa nipponica presenterà una versione di lettore elettronico ancora più adatta ai giornali. Insomma, niente più rotative, niente più carta, solo una buone dose di e-ink (l’inchiostro elettronico visibile anche alla luce del sole) e di abbonamenti o micropagamenti per le notizie online. Ormai, come ha spiegato Murdoch “da Hewlett Packard a Fujitsu non c’è un grande produttore che non stia lavorando agli e-reader di giornali su schermo digitale”. Il futuro risiedere nella tecnologia e il lettore dovrà pagare sul web quello che di fatto non compra più in edicola. La conseguenza più evidente è la trasformazione dell’azienda con il caso, reso noto sempre durante la conferenza “Communcopia” degli impianti di stampa: il WSJ ne aveva 17 di cui 7 saranno chiusi a breve affidando la produzione in outsourcing e impegnando il proprio potenziale nella digitalizzazione del proprio lavoro. Nessun riferimento invece all’assenza dei quotidiani di News Corp. su Google Fast Flips. (Marco Menoncello per NL)

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