Gedi, il gruppo editoriale nato dall’integrazione tra L’Espresso e Itedi, ha chiuso il primo semestre 2017 con un risultato netto positivo pari a 7,4 milioni. I ricavi consolidati, 287,3 milioni, hanno registrato una crescita dell’1,6% sul primo semestre del 2016 a pari perimetro (-1,9% a perimetro non omogeneo).
I ricavi diffusionali, pari a 84,3 milioni, sono scesi del 5,7% rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente a pari perimetro, in un mercato che, si legge in una nota della società, ha continuato a registrare una significativa riduzione delle diffusioni dei quotidiani. I ricavi pubblicitari sono invece cresciuti dell’8,2%, registrando una flessione del 4,3% sui mezzi del gruppo ma un incremento significativo delle concessioni di terzi, grazie a Radio Italia, La Stampa e il Secolo XIX.
I costi sono scesi del 5,6% a perimetro omogeneo: sono diminuiti sia i costi fissi del personale (-4,4%) che gli altri costi (-6,5%). Il margine operativo lordo consolidato è ammontato a 22,7 milioni ed è stabile rispetto al dato del primo semestre 2016 a perimetro omogeno (22,8 milioni), malgrado le avverse evoluzioni settoriali. Il risultato operativo consolidato è stato pari a 15,9 milioni, analogo a quello del corrispondente periodo del 2016 a perimetro omogeneo (15,7 milioni), mentre il risultato netto consolidato è ammontato a 7,4 milioni, a fronte di 10,3 milioni nel primo semestre del 2016 a perimetro omogeneo. La riduzione del risultato netto, sostiene la società «è principalmente attribuibile all’ammortamento del fair value delle frequenze del digitale terrestre implicite nel valore della partecipazione in Persidera».
La posizione finanziaria netta a fine giugno 2017 è positiva per 26,4 milioni, rispetto ai 31,7 milioni di fine 2016 e ai 18,2 milioni al 30 giugno 2016. Il decremento rispetto a fine 2016 è dovuto al consolidamento di Itedi che apporta un indebitamento finanziario netto negativo di 7,8 milioni.
In merito alle prospettive dell’esercizio 2017, la nota del gruppo guidato dall’ad Monica Mondardin spiega «sulla base degli andamenti registrati nel primo semestre, non si intravedono miglioramenti dei trend negativi che hanno interessato il settore ormai da anni; per contrastarli, il gruppo continua a impegnarsi in particolare nello sviluppo delle attività digitali, in cui è leader nel proprio settore, e nel contenimento dei costi, potendosi ritenere che, in assenza di eventi allo stato imprevedibili, il gruppo registrerà a fine anno un risultato positivo e l’integrazione con Itedi aprirà nuove opportunità».
Nel merito dell’andamento del mercato, il comunicato del gruppo spiega che “Dopo la leggera ripresa del 2016, nei primi cinque mesi del 2017 gli investimenti pubblicitari hanno mostrato una flessione dell’1,9% rispetto al corrispondente periodo del 2016 (dati Nielsen Media Research). Per mezzi, la radio ha registrato una significativa crescita rispetto all’analogo periodo del 2016 (+4,1%), televisione ed internet (esclusi Search e Social) hanno conseguito una raccolta di importo sostanzialmente equivalente a quello del corrispondente periodo del 2016 (-0,2% e +0,6% rispettivamente), mentre la stampa ha subito un calo dell’8,6%, con i quotidiani al -10,3% (-13,2% la raccolta nazionale e -8,0% quella locale) ed i periodici al -6,1%. Quanto alla diffusione dei quotidiani, secondo i dati ADS (Accertamento Diffusione Stampa), nel periodo da gennaio a maggio 2017 si è registrata una flessione delle vendite in edicola ed in abbonamento dell’8,9%”. (E.G. per NL)