La legge sulla regolamentazione della stampa allo studio da parte del governo britannico e approvata – al termine di una maratona negoziata – anche dall’opposizione laburista rischia di aprire le ostilità fra l’esecutivo e i principali gruppi editoriali quali il Daily Mail Group, News International e il Telegraph Media Group.
Come riporta il quotidiano britannico The Independent in base alla bozza di regolamentazione – la prima del suo genere in Gran Bretgana – verrebbe creata un’Authority per la stampa con poteri per ordinare ai quotidiani di pubblicare delle rettifiche e di imporre sanzioni pecuniarie fino a un milione di sterline. I gruppi editoriali hanno protestato sia perché esclusi dai negoziati sia perché preoccupati da alcune delle misure proposte, come la possibilità di appellarsi all’Authority come arbitro nelle cause civili offerta gratuitamente a coloro che vorranno presentare ricorso. La decisione del governo applica di fatto quanto raccomandato nel novembre scorso dalla Commissione di inchiesta Leveson, che aveva indagato sullo scandalo delle intercettazioni illegali: “Quel che viene proposto è un organo di regolazione indipendente della stampa, organizzato dalla stampa ma iscritto in un quadro legislativo che garantisca i livelli necessari di indipendenza ed efficacia”, si leggeva nel rapporto del giudice Brian Leveson. “Troppe volte alcuni organi di stampa, in cerca di una storia da pubblicare, hanno agito come se il codice di regolamentazione stabilito dai mezzi di informazione non esistesse affatto”, continuava Leveson, accusando anche i politici di tutti i partiti di aver sviluppato dei rapporti “troppo stretti nei confronti della stampa, e che non sono nell’interesse pubblico”. Inizialmente tuttavia il premier David Cameron si era mostrato dubbioso sull’opportunità di adottare una regolamentazione esplicita: “Se noi iscrivessimo in una legge gli elementi di regolamentazione della stampa varcheremmo il Rubicone, e dovremmo riflettere molto attentamente prima di superare questa linea”, aveva dichiarato in un intervento parlamentare. Di fatto la regolamentazione non è contenuta in una legge ad hoc ma in una Royal Charter che solo dopo le insistenze dei Liberal-Democratici e dei laburisti è stata inserita all’interno di un provvedimento di riforma del diritto societario per garantirne la futura integrità. (TMNews)