Editoria, GB: Independent e Guardian, nuove strategie web a pagamento come il NYT e notizie in chiaro

Un modello di pagamento per l’on-line simile al New York Times e la lista in chiaro delle notizie su cui sta lavorando la redazione per permettere all’utente-lettore di contribuire via Twitter: sono queste le due principali strategie che stanno sperimentando l’Independent e il Guardian, testate tra le più vivaci nella riflessione su giornalismo e nuovi media.

L’Independent che ha appena festeggiato i 25 anni di vita, lancerà a breve una formula a pagamento che inizialmente riguarderà i lettori statunitensi e canadesi: consiste in una soglia di venti articoli gratuiti dopo i quali scatta il sistema a pagamento, 6.99 dollari al mese. La nuova strategia è collegata anche ad un’applicazione per iPad – che si aggiunge a quella disponibile per il Kindle – che conta già una base di utenza che paga 9.99 dollari al mese negli Stati Uniti e 9.99 sterline nel Regno Unito. L’obiettivo non è solo la remunerazione, ma anche la valorizzazione del concetto che i contenuti ‘premium’ sono quelli con più valore. Il programma per il momento distingue tra lettori britannici ed esteri perchè nel Regno Unito «c’è la Bbc che rende molto difficile giustificare la necessità di un paywall», spiega sul sito della testata l’editor Chris Blackhurst che però non nega prossimamente di poter allargare la possibilità anche al Regno Unito. «Il 2012 sarà un anno in cui ripenseremo alle nostre priorità spingendo sui prodotti più importanti. Il brand dell’Independent sarà la chiave per assicurare e costruire il nostro futuro», aggiunge l’amministratore delegato Andy Mullins. Apre invece alla partecipazione dei lettori, il desk del Guardian altra testata d’Oltremanica. È un esperimento di trasparenza in cui vengono messe in chiaro una buona parte delle notizie su cui sta lavorando la redazione (sono escluse quelle sotto embargo, per non avvantaggiare la concorrenza). I lettori possono esprimere pareri e dare contributi scrivendo sul profilo Twitter del giornalista che se ne sta occupando. L’esperimento è già visibile sul blog ‘Inside The Guardian’ e durerà due settimane. Oggi 12 ottobre la lista delle news a cui si può contribuire prevede, tra le altre, un consistente pacchetto sulla disoccupazione e un articolo sui matrimoni forzati. «Molti lettori sono diventati diffidenti nei confronti del giornalismo dopo le rivelazioni di questa estate (caso Murdoch, ndr) e in molti ora vogliono sapere come nascono le notizie e come vengono costruite», sottolinea Dan Roberts del Guardian. Assume dunque sempre più la forma di una collaborazione il rapporto di fedeltà che lega la testata giornalistica al lettore. Il Guardian segue la strada già intrapresa dal giornale svedese Norran e dal periodico statunitense The Atlantic, senza contare tutte le piattaforme di inchieste collettive come ProPublica (che ha vinto diversi Pulitzer), SpotUs a cui di recente si è aggiunta pure l’italiana Timu. (ANSA)
 

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