Non sembra aver fine il piano espansionistico di Gannett nel mercato dei media locali americani: l’editore di Usa Today (e di altri 107 media locali in tutti gli Stati Uniti, fra cui il Des Moines Register, il Detroit Free Press e il Cincinnati Enquirer) ha avanzato una rilevante offerta da 815 mln di dollari (poco più di 720 mln di euro) per acquistare Tribune Publishing, il gruppo proprietario di undici giornali fra cui storiche testate decadute come Los Angeles Times e Chicago Tribune.
Gannett ha proposto 12,25 dollari per azione, un premio del 63% rispetto alla chiusura in borsa di venerdì: un prezzo che equivarrebbe a 5,6 volte il margine operativo lordo di Tribune Publishing previsto per il 2016, ovvero gli introiti prima di tasse, interessi, deprezzamento dei beni e ammortamenti. Inizialmente sottoposta telefonicamente e rigettata dal gruppo Tribune, l’offerta è stata resa pubblica per forzare la mano dall’AD di Gannett Robert Dickey, la cui azienda sarebbe disposta ad accollarsi anche un debito insoluto da 390 mln di dollari risalente allo scorso anno. Dopo lo spin off societario dello scorso giugno (grazie al quale aveva mantenuto le operazioni editoriali ma non quelle di broadcast) per il gruppo si tratterebbe della seconda acquisizione: meno di un mese fa, l’editore ha acquistato per 280 mln il Journal Media Group, che stampa il Milwaukee Journal Sentinel e il The Commercial Appeal of Memphis. Nel periodo della scissione societaria, risalente allo scorso anno, il Ceo Dickey aveva reso manifesta la strategia con cui Gannett aveva intenzione di affrontare il crollo degli introiti pubblicitari: l’obiettivo del gruppo con sede a McLean (Virginia), confermato anche dall’acquisizione del mese scorso e dal tentativo in corso, è di affermare con forza la propria posizione nel mercato dei media locali. Per questo ha creato Usa Today Network, una rete di testate diffusa in tutti gli Stati Uniti che conta ben 3.800 giornalisti. “Tribune Publishing ci aiuterebbe a colmare diversi gap geografici”, ha dichiarato Dickey: “le loro pubblicazioni ci servirebbero a rafforzare l’intero network”, che già può contare sulle principali aree metropolitane degli Stati Uniti. Secondo quanto affermato da Dickey, l’acquisizione consentirebbe ai due gruppi di risparmiare circa 50 mln di dollari all’anno grazie alla vicendevole collaborazione: “Riteniamo che Tribune condivida l’impegno risoluto di Gannett per l’eccellenza giornalistica e per realizzare contenuti eccellenti su ogni piattaforma. Per questo, l’unione di Gannett e Tribune porterebbe insieme due organizzazioni ampiamente complementari con l’obiettivo condiviso di fornire contenuti di valore per i lettori e le comunità che serviamo”. La stessa Tribune Publishing (che nel 2015 registrava amare perdite nette per 2,8 mln di dollari, ma aveva concluso il 2014 con profitti pari a 42,3 mln) era stata sottoposta a uno spin off societario ad agosto 2014, con l’azienda madre che aveva deciso di non correre più rischi nel mercato editoriale e di puntare sul broadcast. “Dall’inizio del 2016, Tribune Publishing ha intrapreso significanti cambiamenti organizzativi” si legge in una nota del gruppo, che non si è ancora aperta ai negoziati con Gannett. “Con la giusta strategia e il team adatto, Tribune Publishing ha ottime possibilità di creare valore per i propri azionisti”, ha aggiunto. “Siamo convinti che Gannett abbia la possibilità di sostenere Tribune Publishing e di aiutare le sue storiche testate a a sopravvivere e prosperare in questo mercato complicato”, ha infine dichiaro Dickey Justin Dearborn, AD di Tribune Publishing. “Siamo certi che il premio importante e la liquidità a breve termine convinceranno gli azionisti di Tribune Publishing ad accettare la nostra offerta”: la lettera, resa nota in questi giorni, ha immediatamente messo in movimento i mercati che hanno reagito con entusiasmo. A metà seduta, Tribune Publishing guadagna il 52,66% a 11,48 dollari per azione, dopo essere aumentata venerdì del 2,6% e aver chiuso a 7,52 dollari per azione. Anche Gannett è in crescita a Wall Street del 5,99%, a 16,71 dollari per azione. (S.F. per NL)