Calano le vendite nelle edicole e l’editore francese scommette tutto sul fronte delle pubblicazioni digitali: la strategia prevede un piano di riduzione dei costi di 10 mln di euro, da realizzare tra il 2014 e il 2019.
“Il piano di economie passerà dalla rinegoziazione dei contratti con i fornitori e da una riduzione dei costi della struttura, riorganizzandola in alcuni poli. L’obiettivo dei 10 mln di economie è alla nostra portata senza attuare il piano di partenze” ha dichiarato al quotidiano Le Figaro un portavoce di Prisma Media, che tra le altre cose prevede di investire 4 mln di euro in questa trasformazione, al di là di eventuali acquisizioni. Nei giorni scorsi è stato lo stesso Rolf Heinz, patron del gruppo controllato dai tedeschi di Bertelsmann attraverso Gruner + Jahr (ricordiamo ai nostri lettori che la francese Prisma Media è una filiale del gruppo tedesco), ad annunciare il piano di economie che passerà necessariamente attraverso la riduzione dei costi. Il tutto per un giro di affari che per il 2014 dovrebbe essere di 373 milioni di euro, contro i 371 mln del 2013. L’imminente e annunciata corsa alla digitalizzazione di Prisma Media è dipesa molto anche dall’impulso dato da Bertelsmann alle sue controllate: il primo gruppo media europeo si colloca infatti in pole position nella conversione delle attività editoriali in digitale, secondo un modello condiviso anche dal gruppo concorrente Axel Springer, che realizza attraverso l’online più della metà del suo fatturato. Secondo la multinazionale tedesca, Prisma Media sarebbe notevolmente favorita in questo progetto dalla notorietà delle sue testate (ricordiamo tra le altre Femme actuelle, Capital e Geo), ma il piano di digitalizzazione non potrà prescindere dalla ristrutturazione del business, al fine di attutire il calo delle vendite dei magazine cartacei. Il gruppo presieduto da Heinz ha già dato avvio alla digitalizzazione di alcune testate di punta, oltre ad attuare in parallelo una serie di acquisizioni, dai blog ai portali dedicati a tutorial e video esplicativi. Prisma Media ha deciso inoltre di affidare la raccolta pubblicitaria online alla concessionaria Advideum, di cui possiede una quota del capitale. Intanto nel mercato della pubblicità, in territorio francese il mancato matrimonio tra i due colossi media Omnicom e Publicis (una tra le più importanti agenzie pubblicitarie del mondo fondata nel 1926 a Parigi, guidata attualmente da Maurice Lévy) è costato molto caro a quest’ultima. Alla fine del terzo trimestre, come riporta un articolo di ItaliaOggi di venerdì 24 ottobre, la crescita organica di Publicis è stata dell’1%, al di sotto delle previsioni intorno al 4%. Forti le preoccupazioni per il gruppo di Lévy: infatti non solo la rivale Omnicom ha superato le sue previsioni e i suoi obiettivi, ma è emerso che il mancato sviluppo della società Publicis è stato causato dalla debolezza di alcuni importanti mercati emergenti, proprio quelli su cui puntano le aziende del comparto per compensare il calo degli investimenti nel mercato saturo del Vecchio Continente. Se infatti l’Europa ha registrato una leggera contrazione, hanno precisato da Parigi, l’America del Nord è in difficoltà, mentre Cina e Brasile hanno segno negativo davanti. Uno scenario complesso e non molto roseo che ha spinto Vincent Bolloré, ceo di Vivendi, a rafforzarsi e salire al 51% di Havas, il colosso della pubblicità e della comunicazione di cui deteneva già il 36,2%. (V.R. per NL)