"Charlie esaurito, ripassate domani alle sette": erano esaurite in tutta la Francia già dalle dieci del mattino le copie dell’attesissimo numero 1178 di Charlie Hebdo con la copertina di Maometto che piange la strage con il cartello ‘Je suis Charliè e la scritta "È tutto perdonato".
Davanti all’enorme afflusso di richieste, con gli edicolanti esasperati per la valanga di domande dei lettori, è stato annunciato il numero verrà stampato in 5 milioni di copie, anche per evitare la rivendita a peso d’oro su internet (c’è chi ha avuto la faccia tosta di proporre la vendita di una copia a decine di migliaia di euro, suscitando l’indignazione di tanti) contro i 3 milioni annunciati ieri. La nuova tiratura, dovrebbe essere disponibile già all’alba di domani. Questa mattina, davanti alle edicole di Francia, si sono viste scene surreali, con i francesi in lotta per accaparrarsene una copia. Gli edicolanti verranno riforniti tutti i giorni fino al 19 gennaio e il giornale dei ‘superstitì resterà in vendita per diverse settimane. Le file d’attesa davanti ai punti vendita si sono formate già prima dell’apertura, soprattutto nelle stazioni parigine. "Alla gare de l’Est, non ce n’era più una copia già alle 6.40 del mattino", spiega l’edicolante, precisando che alcuni ne hanno "comprate cinque o dieci copie…", mentre a lui gliene erano state distribuite 125. "Chi aveva detto che il cartaceo era morto?", esclama Julie, una giornalista che cerca disperatamente una copia nei pressi della Bastiglia.Sulla pagina Facebook intitolata ‘Mercoledì prossimo comprerò Charlie Hebdò, organizzata da ‘Je suis Charlie’, sono in tantissimi a raccontare la loro impossibile ricerca di una copia. Il giornale, che generalmente non vendeva più di trentamila esemplari, di cui qualcuno all’estero, è stato diffuso in oltre venti Paesi – tra cui l’Italia in allegato col Fatto Quotidiano, anche qui andato ‘sold out’ – e tradotto in cinque lingue, un record per la stampa transalpina. Mentre schizzano gli abbonamenti: da diecimila a duecentomila negli ultimi giorni. Anche oggi però sono fioccate le critiche nel mondo arabo. Secondo il quotidiano Le Monde, la diffusione dell’ultimo numero, tradotto in arabo, è stata vietata nelle edicole di Tunisia, Marocco e Algeria, i Paesi del Maghreb, confermando così l’opposizione dei tre governi alla pubblicazione delle caricature del Profeta considerate blasfeme. "Consideriamo che la pubblicazione delle caricature rappresenti un’inaccettabile provocazione, diffamazione, da condannare. La blasfemia non ha nulla a che vedere con la libertà d’espressione", ha tuonato il governo di Rabat. E mentre l’Isis ha sinistramente definito la pubblicazione delle vignette "un atto estremamente stupido", dal Cairo l’università di al-Azhar – uno dei principali centri di insegnamento religioso dell’Islam – si è appellata a "tutti i musulmani a ignorare le caricature", bollando comunque quei disegni come il frutto di "un’immaginazione malata". (ANSA)