Sotto la lente nell’incontro del 3 luglio, in Fieg, “Stampa e TV. La sfida digitale e i nuovi padroni della Rete”, ancora una volta il futuro dei media, partendo dal presupposto – ha detto l’Autore del libro presentato, Vittorio Meloni – che l’economia digitale sta profondamente trasformando il mondo dell’informazione e della comunicazione, costringendo l’industria editoriale a sperimentare nuovi modelli produttivi e distributivi.
Secondo Meloni, nonostante le crescenti difficoltà e l’impatto sempre più rilevante, dal punto di vista economico, della rete sull’industria dei media, il mondo delle piattaforme digitali e dei social può essere considerato “l’alba di un mondo nuovo”, in cui il giornalismo di qualità potrà sfruttare l’enorme potenza degli over the top (OTT) del web. Questo richiederà, però, format di nuova concezione, adatti ai nuovi gusti mediatici e all’utilizzo sempre più diffuso delle tecnologie portatili, smartphone in particolare.
Il quadro dei media, ovunque nel mondo, mostra una situazione molto difficile, nella quale sembrano tornare a crescere, seppur di poco, le tv, mentre l’editoria a stampa resta condizionata da una crisi ormai strutturale, con ricavi pubblicitari scesi, in dieci anni, del 65% e ancora in contrazione nei primi mesi del 2017. Accanto a scenari come questo, vanno poi considerate le difficoltà di un mercato in cui i diversi attori non competono alla pari, con le stesse regole.
In questa cornice, alla quale è necessario porre massima attenzione tenendo conto che pluralismo e qualità dell’informazione discendono dall’economicità e sostenibilità delle imprese editrici, e restano condizioni imprescindibili del nostro sistema democratico, i discussants del dibattito Hanno provato, dai loro diversi e privilegiati punti di osservazione, ad individuare le possibili evoluzioni. Ferme restando – come la Fieg sta ribadendo da tempo – tre criticità, da affrontare con la massima priorità: la tutela del diritto d’autore, le fake news e la valorizzazione dei contenuti editoriali in Rete; il corretto utilizzo e la condivisione dei dati degli utenti, con tutti gli aspetti di privacy connessi; il contrasto alla mancanza di trasparenza del mercato digitale. Alla predominanza dell’algoritmo tecnologico gli editori dovranno rispondere con l’“algoritmo della professionalità e della credibilità”. (M.L. per NL)
Secondo Meloni, nonostante le crescenti difficoltà e l’impatto sempre più rilevante, dal punto di vista economico, della rete sull’industria dei media, il mondo delle piattaforme digitali e dei social può essere considerato “l’alba di un mondo nuovo”, in cui il giornalismo di qualità potrà sfruttare l’enorme potenza degli over the top (OTT) del web. Questo richiederà, però, format di nuova concezione, adatti ai nuovi gusti mediatici e all’utilizzo sempre più diffuso delle tecnologie portatili, smartphone in particolare.
Il quadro dei media, ovunque nel mondo, mostra una situazione molto difficile, nella quale sembrano tornare a crescere, seppur di poco, le tv, mentre l’editoria a stampa resta condizionata da una crisi ormai strutturale, con ricavi pubblicitari scesi, in dieci anni, del 65% e ancora in contrazione nei primi mesi del 2017. Accanto a scenari come questo, vanno poi considerate le difficoltà di un mercato in cui i diversi attori non competono alla pari, con le stesse regole.
In questa cornice, alla quale è necessario porre massima attenzione tenendo conto che pluralismo e qualità dell’informazione discendono dall’economicità e sostenibilità delle imprese editrici, e restano condizioni imprescindibili del nostro sistema democratico, i discussants del dibattito Hanno provato, dai loro diversi e privilegiati punti di osservazione, ad individuare le possibili evoluzioni. Ferme restando – come la Fieg sta ribadendo da tempo – tre criticità, da affrontare con la massima priorità: la tutela del diritto d’autore, le fake news e la valorizzazione dei contenuti editoriali in Rete; il corretto utilizzo e la condivisione dei dati degli utenti, con tutti gli aspetti di privacy connessi; il contrasto alla mancanza di trasparenza del mercato digitale. Alla predominanza dell’algoritmo tecnologico gli editori dovranno rispondere con l’“algoritmo della professionalità e della credibilità”. (M.L. per NL)