In un periodo di magra come quello che sta attraversando in questo momento l’editoria italiana, chi non rischia è perduto. Il settore vive un momento di vera e propria agitazione. Il calo della raccolta pubblicitaria consiglia a tutti di rivedere le proprie strategie. Attendisti a parte, le risposte alla crisi sono due: c’è chi punta a perdere il meno possibile e quindi taglia il più possibile i costi di produzione razionalizzando redazioni e distribuzione; c’è chi guarda con ottimismo al futuro, scommettendo sulla multimedialità e sulla creatività. Epolis pare avere scelto questa seconda strada. Si punta a trasformare le redazioni in “centri di competenza”. L’importante è saper trattare i contenuti e trasformare le notizie in “materiale” buono per essere distribuito su una molteplicità di canali. Accanto all’edizione cartacea nascerà quindi un’edizione online, e si pensa pure ad una piccola emittente televisiva, con marchio Epolis, da inserire nell’offerta del digitale terrestre. Verrà rivisto inoltre il peso delle edizioni locali. Se da una parte si continueranno ad aprire redazioni locali laddove si troverà un partner finanziario interessato, dall’altra si studia la possibilità di dare il via ad un’edizione nazionale, in grado di attirare anche i grandi investitori pubblicitari. Per fare questo però il patron di Epolis, Alberto Rigotti, sa benissimo che c’è bisogno di capitali freschi. Si guarda quindi con interesse ad una possibile quotazione in Borsa, per condividere con gli investitori istituzionali il rischio dell’impresa. Non se ne farà nulla però prima del 2010. Per cui al momento la soluzione è una ricapitalizzazione da 20 milioni di euro. Non proprio una somma da nulla. Segno che c’è la voglia di scommettere su un progetto dai contorni seri e rigorosi. (Davide Agazzi per NL)