Dopo circa un anno mezzo tutto torna al punto di partenza e Mario Ciancio torna ad essere in pieno l’editore di tutta una serie di testate a stampa e radiotelevisive molto diffuse e seguite in Sicilia e Puglia.
La Corte d’Appello di Catania ha infatti ribaltato la precedente decisione giudiziaria e ha disposto il dissequestro di tutti i beni di Mario Ciancio Sanfilippo (che riguarda, nel complesso, decine di società). Il sequestro era stato deciso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale sempre di Catania nel settembre 2018, come avevamo riferito a suo tempo su questo periodico. Non è la prima volta che Ciancio viene in qualche modo ‘riabilitato’ e la sua storia giudiziaria, in relazione ai suoi presunti rapporti con la mafia, comincia a essere davvero lunga e piena di contraddizioni e colpi di scena.
Un clamoroso ritorno
Non stiamo a spiegare nei particolari le motivazioni della Corte d’Appello, che comunque ha evidenziato “la mancanza di pericolosità sociale dell’editore e imprenditore” e ha ritenuto che non possa “ritenersi provata l’esistenza di alcun attivo e consapevole contributo arrecato da Ciancio Sanfilippo in favore di Cosa Nostra catanese”.
Insomma, pur alla sua bella età (87 anni), Ciancio può tornare a gestire le sue aziende.
Il quadro dei media coinvolti
Non certo di soli media parliamo ma, nel quadro delle attività imprenditoriali di Ciancio, l’importanza del quotidiano ‘La Sicilia’ di Catania, il principale dell’isola, è indiscutibile e le emittenti televisive di sua proprietà, poi, Antenna Sicilia e Telecolor, sono in assoluto le più seguite nella regione. A corredo ci sono diverse altre testate televisive nei mux delle due Tv citate e poi le Radio, che sono una parte ‘minore’ (dopo la chiusura dell’ambiziosa Radio Sis) ma ancora significativa, con le catanesi Radio Telecolor e Radio Video 3. Infine ci sono altre testate cartacee, i libri e l’importante azienda di stampa.
L’altro ‘ramo’ importante del piccolo impero di Ciancio (che, lo ricordiamo, è stato anche presidente della Fieg) è quello pugliese e in parte lucano, con la proprietà di ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’, quotidiano che ha sofferto più dei media dell’isola questo periodo di gestione commissariale.
Di ‘La Sicilia’, poi, Ciancio è sempre stato direttamente anche direttore fino al sequestro dei beni e vedremo ora se potrà e vorrà tornare ad esserlo.
Un futuro da scoprire
Si apre dunque un nuovo capitolo nella lunga storia del quotidiano e delle Tv di Catania di Ciancio, con l’impavido ‘grande vecchio’ di nuovo al timone. Antenna Sicilia e Telecolor – va detto – hanno retto bene nell’ultimo anno e mezzo, riuscendo (soprattutto la prima) a rimanere le Tv ‘di riferimento’ della Sicilia.
Secondo la Fnsi e le Associazioni regionali della Stampa di Sicilia, Puglia e Basilicata, comunque, “si chiude… il lungo periodo di amministrazione giudiziaria, cominciato il 24 settembre 2018, che ha acuito i problemi delle testate producendo gravi ripercussioni sull’organizzazione delle redazioni, sugli organici e sulle retribuzioni di giornalisti e maestranze. Adesso è necessario che l’editore riprenda in prima persona le redini delle aziende, avviando una politica di rilancio all’insegna di una profonda discontinuità gestionale e manageriale” (M.R. per NL)