Non solo sport negli interessi di Urbano Cairo. La7, canale sul DTT edito dal Gruppo Cairo Communication, beneficia della crescita di ascolti di cui già avevamo parlato in queste pagine: durante il primo semestre dell’anno la crescita c’è stata (+1,5%). Considerandone la raccolta pubblicitaria, a luglio, rispetto al 2017, è stato registrato un +4% e ad agosto addirittura un +18%.
Procedono bene anche le entrate in adv del Gruppo RCS, di proprietà del patron del Torino Calcio: nel periodo tra gennaio ed agosto, è stato ottenuto un +2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
A conferma del trend positivo di RCS, domani uscirà Cook, il nuovo inserto del Corriere della Sera dedicato alla cucina; mentre il 29/09/2018 approderà in edicola il restyling firmato Danda Santini di Io Donna.
Durante la presentazione del Festival dello Sport, evento che si terrà a Trento dall’11/10/2018 al 14/10/2018 ed organizzato da La Gazzetta dello Sport (edita da RCS), il presidente Cairo, tra i vari argomenti toccati, ha commentato anche la Direttiva sul copyright varata dal Parlamento Europeo, definendola “una battaglia sacrosanta, condivisa anche dalle testate RCS. E’ giusto che gruppi con tanti dipendenti e tanti giornalisti non vedano i propri contenuti saccheggiati da questi over the top che non pagano il diritto di copyright”. L’imprenditore piemontese si è pronunciato, inoltre, su ciò che sta accadendo con Dazn, affermando che la piattaforma “ha avuto un inizio difficile, ma può accadere. Stanno lavorando per risolvere i problemi, ma è nel loro interesse e anche in quello dei loro abbonati risolverli”.
Infine, Cairo si è soffermato sulla situazione attuale che sta vivendo il calcio italiano, dopo la sconfitta per 1-0 della Nazionale contro il Portogallo: “Non ho mai fatto nomi, ma il calcio italiano ha di sicuro bisogno di innestare una marcia diversa. […] Se la Croazia con 4 milioni di abitanti, arriva in una finale del Mondiale, noi dobbiamo innestare una marcia diversa. Senza timore di copiare i Paesi che invece hanno fatto le cose per bene. La Gran Bretagna vinse una sola medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1996 e 20 anni dopo a Rio, nel 2016, ne ha vinte 67, arrivando seconda nel medagliere. Come hanno fatto?”
Alla domanda ha risposto il presidente del Coni, Giovanni Malagò: “La Gran Bretagna ha semplicemente deciso di non finanziare tutti gli sport. Hanno scelto quelli dove c’erano prospettive – e prosegue – In Italia, invece, il Coni deve finanziare 387 discipline. Non esiste nessun Paese al mondo che ne finanzia tante.” (P.G. per NL)