Il barter costituisce sempre un’opportunità interessante in tempi di crisi. Zambarelli (Gruppo Next): ma il cambio merce deve avere una linea di vendita diversa da quella della pubblicità tradizionale. Meglio fare riferimento ad esperti che conoscono le esigenze del mercato, da ambo i lati. E non tutti i prodotti sono interessanti: puntare su food & bevarage, elettronica e prodotti per igiene e casa. Scenario post Covid-19 imprevedibile. Ma interesse c’è già.
Nell’immediato servirà conciliare domanda e offerta
Ora che, lentamente, l’epidemia italiana da Covid-19 sta rallentando, si comincia a guardare alla crisi economica che seguirà quella sanitaria. Si dice ovunque che nulla sarà più come prima, che molte attività non ripartiranno più ed altre ne nasceranno. Anche per il settore dei media sono necessarie alcune riflessioni, soprattutto legate al fatto che, nell’immediato, gli investitori si troveranno a dover spingere la vendita di prodotti fermi in magazzino, ma senza budget.
Dai, facciamo l’affare
In tal senso l’antica forma del baratto, cioè il cambio merce, può soccorrere. Ma a condizione di farlo in chiave 4.0.
Abbiamo quindi deciso di parlare di barter con uno dei principali player italiani, Domenico Zambarelli (anche editore della start-up Giornale Radio), ceo del Gruppo Next.
Il barter deve avere una linea di vendita diversa da quella della pubblicità tradizionale. Meglio fare riferimento ad esperti che conoscono le esigenze del mercato da ambo i lati
(Newslinet) – Sgombriamo subito il campo da un equivoco: il cambio/merce pubblicitario (barter) non è solo finalizzato ad ottenere beni/servizi di diretto interesse del mezzo che veicola la pubblicità, ma, attraverso la mediazione di terze parti (come il Gruppo Next Barter), può generare comunque denaro all’editore. In due parole, come funziona?
(Domenico Zambarelli) – L’editore deve realizzare proposte personalizzate alla clientela che decide di acquisire con la formula del barter. Fondamentale è gestire con modalità separate la vendita tradizionale da quella in cambio merce, in quanto sono due differenti attività. Per non sbagliare, consiglio di individuare un parco clienti nuovo a cui dedicarsi e creare un rapporto con una società di barter referenziata.
Ma non tutti i prodotti sono interessanti. Occorre puntare su food & bevarage, elettronica e prodotti per igiene e casa
In questo modo la società concorderà con l’editore il piano pubblicitario e l’importo che potenzialmente potrà riconoscere e tratterà direttamente con l’azienda proprietaria dei beni il numero di prodotti necessari. Attenzione, non tutti i prodotti sono interessanti: bisogna puntare al Food & beverage, all’igiene persona e casa ed elettronica di consumo (e, in effetti, gli analisti sono già concordi verso questa direzione, ndr).
Scenario post Covid-19 imprevedibile. Ma interesse c’è già
(NL) – Di norma in ogni crisi economica il barter subisce un’impennata, in quanto si tratta di un’opportunità interessante per quei clienti che hanno comunque bisogno di pubblicizzarsi ma non hanno budget in denaro da destinare all’investimento. Sarà così anche con Covid-19?
(DZ) – La situazione è complessa, la nostra società riceve, nonostante il periodo, diverse richieste. Il problema è lo scenario futuro non ancora chiaro per quelle che saranno le nuove esigenze del consumatore. Vale quindi la regola di prima: i prodotti devono essere di largo consumo e appetibili anche in momenti come questo.
Il Coronavirus lascerà morti e feriti anche tra i media. Rendite di posizione saranno scalfitte
(NL) – Relativamente alla pubblicità, come sarà lo scenario post Covid-19? Lato media e segnatamente radio e tv, ci saranno morti e feriti. Ma, come sempre, anche qualche opportunità. Quale?
(DZ) – Lo scenario è cambiato negli ultimi 30 giorni e muterà ancora. Sicuramente il web rivestirà una funzione sempre più primaria e sarà obbligatorio per tutti i media l’ibridazione. Le rendite di posizione saranno scalfitte dalle idee che necessiteranno di più creatività di marketing e tecnologia che non di investimenti. E questo non è per tutti, soprattutto in Italia, dove, fino ad oggi, ha contato di più la posizione che non l’innovazione. (E.G. per NL)