Consumata l’estate, il rientro dal sonno agostano ha portato con sé rinfrescanti novità anche nel campo del mercato pubblicitario francese che – se comparato con il mese di settembre dello scorso anno – a fronte di un decremento della vendita di spazi pubblicitari su internet del 5,6%, sembrerebbe emancipare il mezzo televisivo che ha registrato, invece, un incremento del 3,3%.
Dati alla mano, il mercato dell’advertising d’oltralpe – che presenta caratteristiche socio economiche simili a quelle nazionali – è polarizzato per oltre il 75% sui tradizionali mezzi di comunicazioni. In tale ambito, la televisione intercetta investimenti per il 32%, la Radio ne incassa il 15,4% e l’universo della carta stampata conta su quasi il 30% del totale; la restante fetta se la spartiscono la pubblicità outdoor (10,7%), il cinema (0,6%) ed internet (10,9%). In totale, una torta che, per il mese di settembre, in Francia valeva – secondo quanto riportato da Italia Oggi, 09/11/2012, p. 21 – oltre due miliardi e mezzo di euro, con una raccolta on line che nei primi nove mesi dell’anno è cresciuta del 4,3%, a fronte del primato della Tv incrementata del 4,6%. Fatte le dovute precisazioni, quindi, vince il piccolo schermo che, comunque, per sei dei nove mesi monitorati, ha totalizzato un primato nella classifica stilata da Kantar Media, azienda di riferimento internazionale per monitoraggio ed analisi dei media. Una ponderata valutazione dei dati diffusi, evidenzia (cfr. Italia Oggi, cit.) per il settore della raccolta pubblicitaria su internet un deciso taglio degli investimenti destinati da società finanziarie ed assicuratrici, da sempre ottimi clienti del canale telematico. In questo campo, la riduzione che la Rete ha registrato è stata fortissima, passando dagli oltre quaranta miliardi di euro a circa ventinove (-27%). Tirando le somme, da gennaio a settembre di quest’anno, il mercato della pubblicità francese ha avuto una variazione in positivo – rispetto al medesimo periodo del 2011 – di appena l’1%, anche se le concessionarie hanno consegnato alle Radio un aumento del 4,1% della raccolta. Benché allo stato sia difficile rappresentare una tendenza o relegare internet – dopo la crescita a due cifre che fino a qualche anno fa faceva registrare in termini di incremento della raccolta pubblicitaria – ad un fuoco di paglia, pare di potersi sbilanciare in un raffronto con il mercato nazionale di riferimento. Qui, sembrerebbe proprio che la concorrenza generata dai nuovi palinsesti presenti nella moltitudine di canali della televisione digitale terrestre, scevri da velleità di sfida nei confronti dei tradizionali media generalisti, stia rappresentando una novità ben gradita al pubblico per la tematicità di molti canali e, quindi, anche per gli investors, probabilmente allettati dalla convenienza di veicolare la pubblicità su tali canali. (S.C. per NL)