Strada ormai sbarrata quella del decreto milleproroghe per scongiurare la chiusura di circa un centinaio di testate cooperative, no profit e di partito.
È la convinzione dei parlamentari bipartisan che in questi mesi hanno portato avanti la battaglia per ripristinare – con un emendamento al milleproroghe – il diritto soggettivo di queste testate a ricevere i finanziamenti pubblici in attesa di un riordino complessivo della materia. Dopo il voto di fiducia incassato dal governo su questo decreto, sembra davvero difficile ‘rimediare’ alla Camera. Per questo si cerca un’alternativa: la più probabile è quella di riproporre l’emendamento al decreto sviluppo che sta per iniziare il suo iter parlamentare. Nei giorni socrsi i giornali interessati, tra cui Europa, il Manifesto, l’Unità hanno lanciato il loro vibrante grido d’allarme: se non venisse reintrodotto il diritto soggettivo, un centinaio di testate potrebbero chiudere i battenti e circa 4000 lavoratori perdere il loro posto di lavoro. Così, parallelamente all’azione ‘diplomatica’ e legislativa, si cercano forme di protesta efficaci. Beppe Giulietti (Articolo 21) plaude alla proposta del Manifesto di salire sul tetto: ”Salire sul tetto sarebbe la risposta giusta a una giornata nera per l’informazione sia sul fronte dei tagli all’editoria che sul fronte dell’orribile regolamento sulla par condicio”. Giulietti esprime profondo pessimismo sulla possibilità che si possa ancora ripristinare il diritto soggettivo nel passaggio del milleproroghe alla Camera: ”Proprio per questo bisogna attuare delle forme clamorose di protesta. Siamo arrivati ormai alle leggi contra aziendas”. La Federazione Nazionale della Stampa potrebbe proclamare una giornata di sciopero dei giornalisti delle testate interessate. Lunedì prossimo incontrerà i comitati di redazione. Vincenzo Vita (Pd) preme sul governo e lo invita a non temporeggiare: ”Penso che il governo in questo momento non sappia che cosa fare, e mentre cerca di decidere molte testate muoiono”. In più mette in evidenza i ”contrasti” tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti: ”Forse Buonaiuti ci rimarrebbe un po’ male a sentirselo dire però in questa partita alla fine è stato proprio lui, sottosegretario con la delega sull’informazione e l’editoria, ad essere stato, di fatto, commissariato dal Ministro Tremonti”. (fonte ANSA)