A nome degli editori di tutto il mondo, Carlo De Benedetti lancia da Torino un grido d’allarme alle istituzioni, a cominciare dal Parlamento Europeo: "Google fa paura. Non a me, ma a tutti. Stiamo attenti, perché con le oligarchie digitali è a rischio la democrazia".
Il presidente del gruppo editoriale L’Espresso ha chiuso in questi termini il World Newspaper Congress, il forum mondiale dell’editoria, che ha visto riuniti a Torino i rappresentanti dei più importanti giornali del globo. Aperto dal presidente di Fiat-Chrysler, John Elkann, il Forum 2014 dell’associazione mondiale degli editori di giornali, la Wan-Ifra, è durato tre giorni. Ed è stato chiuso oggi da De Benedetti, che nel suo "key note address" ha lanciato a nome degli editori di tutto il mondo questo allarme: "Non c’è gruppo editoriale che possa reggere il confronto con Google. Perché Google, e le poche società analoghe che operano nel mondo, non sono soggetti ad alcun tipo di regola. Abbiamo tutti paura di Google, non solo io". Oggi, nella cosiddetta ‘digital erà, a farla da padrona è una "oligarchia digitale". Lo fa, evidentemente, in termini globali, perché questa è la dimensione naturale della "digital era". "Ma – ha sottolineato De Benedetti – la più grande società editoriale al mondo non può competere con soggetti come Google. I quali non sono considerati soggetti editoriali ma, di fatto, condizionano tutta l’informazione mondiale". Se è vero che una "sana competizione editoriale" è stata utile alle democrazie,allora è vero che – di fronte a Google – la democrazia del mondo si trova di fronte a un problema. "Non siamo di fronte a quella che si può definire una sana concorrenza – ha sottolineato De Benedetti -. Siamo di fronte a qualcosa di nuovo, che chiama necessariamente in causa la politica". Google non è solo "un’azienda straordinaria", un colosso dal punto di vista economico con 50mila dipendenti a tempo pieno, un fatturato pari a 15,4 miliardi di dollari, 180 domini, 70 uffici in 40 Paesi e 130 lingue parlate. Google è qualcosa di più. Perché attraverso il suo motore di ricerca globale condiziona l’informazione mondiale. "Utilizzano quel sistema straordinario che è il loro motore di ricerca per fare pubblicità, e questo non è corretto. Le due cose devono essere separate. Ci auguriamo che il nuovo Palamento Europeo tenga conto di tutto ciò". Secondo De Benedetti, "servono regole". Serve un impianto Antitrust rigoroso e sovranazionale, capace di tutelare i cittadini, in nome della correttezza e della trasparenza dell’informazione. "Penso per esempio a un sistema diverso di proprietà; oppure a un cambiamento del sistema di ricerca che vieti la raccolta dati. E in ultima analisi non si capisce per quale motivo queste società non paghino le imposte nel Paese in cui fanno utili importanti". (ANSA)