Sono cresciuti del 3,6% rispetto al primo semestre 2009 i ricavi totali realizzati dal gruppo Class Editori nei primi sei mesi di quest’anno.
In una nota si legge, in particolare, che tali ricavi sono stati pari a 60,53 milioni di euro (contro i 58,44 milioni di euro del primo semestre 2009). Sono, tuttavia, cresciuti anche i costi operativi a causa soprattutto dell’incremento delle spese postali per l’invio degli abbonamenti ed agli investimenti in personale, tecnologie e contenuti, finalizzati allo sviluppo delle strategie digitali e televisive. Si è investito, in particolare, sullo sviluppo del canale digitale terrestre Class News, nato nel 2003, che però non ha ancor potuto a generare i ricavi sperati a causa – si legge sempre nel comunicato del gruppo (nella foto, l’editore Paolo Panerai)- del differimento dello switch off (tra l’ultima migrazione – quella della Campania – e la prossima – quella della cd. "grande Lombardia" – passerà quasi un anno) e del ritardo nell’assegnazione della numerazione LCN, che consentirebbe al pubblico televisivo di individuare e trovare facilmente il canale, nella miriade di nuovi contenuti editoriali che stanno popolando la tv digitale terrestre. Problema questo che comunque verrà risolto nei prossimi mesi, considerato che il Ministero dello Sviluppo Economico – Comunicazioni ha emanato appositi bandi (sia per le aree già digitalizzate che per quelle da digitalizzare) finalizzati proprio all’assegnazione della numerazione LCN ai fornitori di servizi di media audiovisivi. Investimenti in tecnologia e anche in contenuti rappresentano le principali strategie dichiarate dal gruppo, che punta sempre più sullo sviluppo delle attività digitali, sulla qualità dei servizi e dei prodotti, sull’arricchimento e differenziazione dei programmi editoriali per fronteggiare la crisi, i cui effetti sono ancora presenti. Il mercato pubblicitario nella carta stampata ha visto, infatti, una contrazione dei ricavi nel primo semestre del 2010 del 2%: tengono i quotidiani mentre importanti perdite sono state subite nel settore dei periodici, dove si registrano cali di circa il 10% sui periodici mensili. (D.A. per NL)