Il cda del gruppo Caltagirone Editore ha esaminato e approvato venerdì scorso il progetto di bilancio relativo all’esercizio chiuso al 31 dicembre 2015.
I risultati evidenziano un lieve miglioramento delle principali voci del conto economico quale conseguenza del rallentamento della flessione dei ricavi, efficacemente compensata, però, dalla riduzione dei costi. I ricavi operativi si sono attestati a 163 milioni di euro, in diminuzione del 4,2% rispetto al corrispondente dato del 2014 (170,1 milioni di euro). In particolare, i ricavi diffusionali si sono ridotti dell’8,2%, in linea con il dato medio del settore (-8,1% secondo gli ultimi dati Ads). Le vendite di abbonamenti e copie multimediali delle testate del gruppo, in linea con l’anno precedente, hanno ancora un’incidenza marginale sui ricavi diffusionali complessivi e i dati relativi non risultano ancora rilevanti. Per quanto riguarda, invece, i siti web del network Caltagirone Editore hanno registrato un incremento del 35% degli utenti unici medi mensili che sono, a oggi, quasi 36 milioni. In particolare, Leggo ha registrato un incremento del 53%, il Corriere Adriatico del 49%, il Messaggero del 45%, il Quotidiano di Puglia del 41%, il Mattino del 33% e il Gazzettino del 23%. I ricavi pubblicitari del gruppo hanno registrato una lieve flessione, pari allo 0,3%, e beneficiano del contributo della raccolta pubblicitaria locale per alcune edizioni dei quotidiani Rcs, avviata a partire dal mese di marzo. La raccolta pubblicitaria sui quotidiani cartacei ha registrato un calo del 6,1%, leggermente inferiore al dato medio del mercato, a quota -6,6% secondo i dati dell’Osservatorio Fcp. Continua, intanto, la crescita della raccolta pubblicitaria sui siti internet del gruppo che ha registrato un incremento del 9,6%, in forte controtendenza rispetto al mercato, attestato a -0,7% secondo i dati forniti dall’Osservatorio Fcp Assointernet). Il margine operativo lordo è stato positivo per 3,1 milioni euro (era positivo per 76 mila euro al 31 dicembre 2014) per effetto della contrazione dei costi. In particolare, il costo del lavoro, comprensivo di oneri non strutturali pari a 2,6 milioni di euro legati ai piani di riorganizzazione posti in essere da alcune società del gruppo, ha registrato una riduzione del 6,3% quale conseguenza delle ristrutturazioni aziendali avviate nei precedenti esercizi. Il risultato operativo è stato negativo per 27,9 milioni di euro (era sempre negativo, per 37,2 milioni di euro, al 31 dicembre 2014) e comprende le svalutazioni di immobilizzazioni immateriali a vita indefinita per complessivi 22 milioni di euro (25,5 milioni di euro nel 2014) determinate sulla base dei risultati dell’impairment test, gli ammortamenti e accantonamenti per rischi per ulteriori 7,2 milioni di euro e la svalutazione di crediti per circa 1,8 milioni di euro. Il risultato della gestione finanziaria è stato positivo per 8,7 milioni di euro (positivo per 1,4 milioni di euro anche al 31 dicembre 2014) e comprende principalmente i dividendi ricevuti su azioni quotate e la plusvalenza registrata nella cessione di azioni quotate. E ancora, il risultato netto di gruppo è stato negativo per 20,1 milioni di euro (negativo per 37,2 milioni di euro anche al 31 dicembre 2014), mentre la posizione finanziaria netta è diminuita di 3,2 milioni di euro rispetto al dato al 31 dicembre 2014 (126,2 milioni di euro) per effetto principalmente del fabbisogno finanziario legato ai piani di riorganizzazione aziendale al netto degli incassi per dividendi. Inoltre, Il patrimonio netto consolidato di gruppo è passato da 586,5 milioni di euro al 31 dicembre 2014 a 559,9 milioni di euro al 31 dicembre 2015; la variazione negativa è attribuibile alla perdita dell’esercizio e all’effetto della valutazione al fair value delle partecipazioni azionarie detenute dal gruppo. Infine, al 31 dicembre 2015 l’organico complessivo comprendeva 801 dipendenti: erano 843 al 31 dicembre 2014, mentre lo stesso CdA ha deliberato di proporre all’assemblea di non procedere alla distribuzione di alcun dividendo. Il settore, nella valutazione dell’organismo direttivo, resta caratterizzato da una forte incertezza che non permette di formulare previsioni puntuali per il breve periodo. Alla luce di ciò e in considerazione della significativa riduzione, nel corso degli anni, dei fatturati di tutte le aziende editoriali del gruppo, a seguito di un’accurata analisi organizzativa svolta con l’ausilio di consulenti esterni, è emersa la necessità di ristrutturare il gruppo per aree “funzionali”, superando l’organizzazione per aziende strutturalmente autonome ormai insostenibile. In tale prospettiva, le assemblee delle controllate Il Messaggero SpA, Il Mattino SpA e Il Gazzettino SpA hanno deliberato progetti di scissione per aree omogenee in specifiche aziende. Sono attualmente in corso gli adempimenti previsti dalle norme in vigore per operazioni di questa tipologia. Ci si aspetta, dunque, che la nuova organizzazione, una volta portata a regime, possa contribuire positivamente all’efficienza e all’equilibrio economico del gruppo. E quest’ultimo prosegue, inoltre, nelle iniziative di valorizzazione delle versioni multimediali e di miglioramento delle attività internet e in tale contesto, nei primi mesi del 2016, le testate Leggo e Il Mattino hanno aderito alla piattaforma Instant Articles di Facebook, che permette di integrare contenuti editoriali e multimediali sui dispositivi mobili. (E.G. per NL)