Editoria. Blende sbarca in America: via al nuovo Itunes del giornalismo

Articoli di giornale, tratti da alcune delle migliori testate internazionali (dal Wall Street Journal, al New York Times, dal Time all’Economist per un totale di una ventina tra quotidiani e periodici), da acquistare singolarmente: parliamo proprio di Blendle, la start-up olandese che si presenta come una sorta di Itunes del giornalismo, appena sbarcata in America con la sua nuova offerta.

Attualmente il servizio, che dispone di un sito web ma anche applicazioni per Web e Ios, è in fase di sperimentazione per un massimo di 10 mila utenti, in attesa di seguire l’andamento di gradimento e di aprire a tutti quelli che vogliono utilizzarlo. Il prezzo oscilla tra i 19 e i 39 cent ad articolo per i quotidiani e dai 9 ai 49 cent per i periodici. Blende è però già attivo nei Paesi Bassi e in Germania, dove l’idea è stata abbracciata anche da testate come lo Spiegel, die Zeit e ancora alcuni giornali americani: gli utenti registrati attualmente ammontano a 650 mila, sebbene la società non abbia ancora divulgato i dati relativi alla vendita degli articoli. Al finanziamento della società, partita dal 2014, hanno contribuito sia il gruppo del New York Times sia quello tedesco Axel Springer con 3 mln di euro. L’obiettivo è di far fruttare, anche per il segmento editoriale, il sistema dei micropagamenti, già utilizzati da alcuni editori negli Usa, che vendono in proprio i singoli articoli delle loro testate. Il tentativo del “pay for story” di Blendle consentirebbe a chi non ha mai usato i micropagamenti di ricavare un introito aggiuntivo rispetto agli abbonamenti online: la maggior parte delle testate che vi partecipa, infatti, fa pagare i propri contenuti online con abbonamenti o con la vendita di singole copie, mentre il nuovo servizio potrebbe avvicinare lettori che comunque non acquisterebbero il singolo pacchetto (gli utenti più giovani, ad esempio), grazie a un servizio rapido ed intuitivo. In soldoni, tutto ciò che arriva è guadagnato, perché per entrare nella piattaforma non è necessario alcun investimento, semplicemente Blendle si limita a trattenere il 30% dei ricavi (esattamente quanto richiesto dagli store per le applicazioni). Lanciando il nuovo esperimento, Alexander Klöpping, cofondatore di Blendle, ha dichiarato che il messaggio della sua start-up è differente negli Stati Uniti rispetto a quello lanciato a livello europeo perché nel Vecchio continente gli utenti sarebbero più propensi a pagare contenuti di qualità: “Negli Stati Uniti mettiamo maggiore enfasi sul fatto che aiutiamo gli utenti a scoprire contenuti da pubblicazioni che loro normalmente non avrebbero letto”. Fra le testate che stanno partecipando al lancio Usa rientrano anche alcune completamente gratuite come l’Huffington Post, la cui speranza risiede nella possibilità che diventi più facile per un lettore trovarsi in un ambiente in cui ha a disposizione articoli che vorrebbe leggere senza poi considerare che, alcuni di questi, si trovano anche gratis online. Una speranza, questa, che al momento sembra difficile da verificarsi. Blende presenta anche una newsletter personalizzata che consiglia gli articoli più in sintonia con le proprie letture precedenti così come un sistema di algoritmi che li mette in evidenza online. Gli stessi utenti possono poi consigliare i contenuti che loro stessi hanno apprezzato, così come possono avanzare la richiesta di rimborso nel caso in cui non abbiano gradito l’articolo. (S.F. per NL)

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