«È necessario rivedere con urgenza il quadro normativo che regola il settore dell’editoria, eliminando le disposizioni che distorcono la concorrenza nel meccanismo dei contributi pubblici e nei canali distributivi».
Lo chiede l’Antitrust al Governo e al Parlamento con una segnalazione redatta alla luce dell’indagine conoscitiva conclusa nell’ottobre 2009. Secondo l’Autorità guidata da Antonio Catricalà, «occorre innanzitutto rivedere il sistema di sostegno pubblico al settore: i contributi diretti vanno indirizzati alle nuove iniziative imprenditoriali e non soltanto alle aziende ormai storicamente presenti sul mercato». Per questo, «va rivista la norma che fa scattare le sovvenzioni al superamento del quinto anno di attività e vanno modificati i parametri di quantificazione dei contributi per incentivare l’efficienza». Occorre inoltre «modificare il meccanismo di contributo indiretto rappresentato dalle tariffe postali agevolate per le spedizioni in abbonamento di prodotti editoriali, eliminando la norma che individua in Poste Italiane l’unico soggetto che può applicare le tariffe ridotte incassando il corrispondente contributo: solo sviluppando una piena concorrenza tra imprese postali si può migliorare la qualità del servizio, il cui successo è basato su affidabilità e tempestività». Secondo l’Antitrust, va inoltre «favorita una ripartizione più equilibrata delle compensazioni postali tra i gruppi editoriali, anche per liberare risorse a sostegno di abbonamenti per scuole o centri culturali, o per altre modalità di distribuzione, come »l’abbonamento in edicola« o l’abbonamento alla testata on line». L’Antitrust, che ribadisce l’esigenza di «superare definitivamente il regime di autorizzazione per l’apertura delle edicole, prevedendo anche meccanismi diversi di remunerazione», suggerisce di «ripensare la definizione di prodotto editoriale». Occorre infatti «evitare che le agevolazioni al settore e le stesse norme a tutela della parità di trattamento e del pluralismo informativo siano applicate a prodotti il cui contenuto editoriale è del tutto marginale, se non assente». (Adnkronos)