Editoria: a Milano nasce ALJARIDA, free press italo-araba

Favorire l’integrazione della comunità araba a Milano attraverso lo strumento dell’informazione, e allo stesso tempo aiutare gli italiani a scoprire il mondo dei migranti: è il duplice obiettivo che si pone ‘aljaridà, free press bilingue italo-araba


Franco Abruzzo.it

di Salvatore Lussu/ANSAmed

Milano, 3 novembre 2008. Favorire l’integrazione della comunità araba a Milano attraverso lo strumento dell’informazione, e allo stesso tempo aiutare gli italiani a scoprire il mondo dei migranti: è il duplice obiettivo che si pone ‘aljaridà (in arabo, ‘il giornalè), nuova free press bilingue italo-araba nata nel capoluogo lombardo e che sarà pubblicata con cadenza mensile. Il progetto è stato realizzato dall’associazione Medinaterranea grazie al contributo della Provincia di Milano, e nasce dall’iniziativa di un gruppo di mediatori culturali italiani e arabi. «Nucleo della redazione – spiega Marco Sergi, arabista e tra i fondatori dell’associazione – sono una decina di volontari tra i 25 e i 29 anni, tutti studenti o ex-studenti del corso universitario di Mediazione culturale di Sesto San Giovanni». Il giornale si presenta con 16 pagine formato tabloid, stampate su carta riciclata e con un insolito sfoglio orizzontale. Per ogni articolo la parte in arabo è affiancata in modo speculare a quella in italiano. Il periodico si propone di offrire informazioni utili sulla normativa, sui servizi per gli immigrati messi a disposizione dalle numerose associazioni del territorio milanese, e presentare una finestra su avvenimenti italiani o esteri che possono essere di particolare interesse per i migranti e per chi si occupa di Mediterraneo e mondo arabo. Tra i temi approfonditi nel numero zero stampato a ottobre ci sono ad esempio il progetto dell’Unione per il Mediterraneo lanciato dal presidente francese Nicolas Sarkozy, il decreto Maroni sulla sicurezza, ma anche le regole sul transito nell’area Schengen e una mappa delle scuole di italiano milanesi che gli immigrati possono frequentare anche senza avere il permesso di soggiorno. Non mancano inoltre tematiche culturali o più leggere come un articolo sul rap in arabo, recensioni di libri e una vetrina sugli eventi culturali cittadini. «Nei prossimi numeri – dice Sergi – intendiamo anche trattare argomenti controversi come l’omosessualità e l’aborto, mentre a dicembre affronteremo in un numero speciale il tema della libertà d’espressione nel mondo arabo». Per ora la diffusione sarà di duemila copie, distribuite nelle scuole di italiano, nei negozi (soprattutto phone center e macellerie halal) e in due moschee cittadine, quella di via Padova e quella di via Quaranta. «Vogliamo naturalmente aumentare – spiega l’arabista – ma dipenderà dai finanziamenti. Ora contiamo di attirare inserzionisti pubblicitari in modo da arrivare a sostenerci da soli». Quanto alle prime reazioni suscitate dal nuovo periodico, il bilancio è positivo: «Siamo contenti – dice Sergi – perchè abbiamo già ricevuto decine di email, tra cui quelle altre associazioni e di molti ragazzi arabi che ci chiedono di collaborare con noi al progetto». (ANSAmed).

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