Le piattaforme OTT come Netflix, Amazon, Apple, Google hanno rivoluzionato l’accesso ai contenuti, bypassando le reti tradizionali di distribuzione via etere e creando così un rapporto diretto con gli utenti. Disintermediato, quindi.
Una tendenza che ha impatti profondi anche dal punto di vista giuridico e normativo, poiché le responsabilità, che un tempo gravavano sugli operatori di rete, ora si ridistribuiscono tra produttori di device ed i fornitori di connettività.
Allo stesso tempo, le shortcut dei dispositivi – come l’accesso diretto ai contenuti tramite smart TV o sistemi automotive (come Android Auto ed Apple CarPlay) – trasformano ulteriormente il panorama, semplificando l’esperienza utente, ma sollevando nuove questioni di governance e protezione del consumatore.
Uno dei concetti centrali che sta trasformando il settore delle telecomunicazioni è la cosiddetta disintermediazione, termine riferito alla tendenza delle piattaforme OTT (Over-The-Top), come Amazon, Netflix, Google, Apple, di bypassare le reti di distribuzione tradizionali. Gli OTT, infatti, operano su protocollo IP, fornendo direttamente servizi e contenuti agli utenti, senza necessità di una infrastruttura di trasmissione proprietaria.
Intermediari
Ciò comporta un significativo cambiamento di prospettiva rispetto ai media tradizionali, come la TV via etere o satellitare, storici intermediari tra i produttori di contenuti ed i consumatori.
Ora, attraverso una semplice connessione internet, gli utenti possono accedere direttamente ai contenuti da dispositivi come smart TV, smartphone, pc, tablet, smart speaker, senza percorrere le strade delle tradizionali reti broadcast.
Questo fenomeno ha un enorme impatto sul mondo degli operatori di rete broadcasting, considerato che le strutture di trasmissione tradizionali vedono ridurre la loro rilevanza, aprendo a nuove sfide normative, strategiche, editoriali e commerciali.
Impatto giuridico della disintermediazione
La tendenza alla disintermediazione solleva, tuttavia, questioni giuridiche di rilievo. Una su tutte: se le reti di distribuzione tradizionali non sono più l’anello finale della catena, chi è responsabile a livello giuridico del trasporto o nella fruizione dei contenuti?
Differenze con l’ambiente broadcast
Se in ambiente broadcast il network provider (l’operatore di rete, cioè il carrier) ha una responsabilità precisa sulla veicolazione di contenuti che per qualsiasi motivo dovessero presentare criticità, non possiamo imputare responsabilità analoga solo al fornitore di connettività, perché è un semplice fornitore di servizi orizzontale e non verticale (la connettività è la medesima per qualsiasi contenuto IP), posto che un ruolo cruciale lo giocano anche i produttori e gestori dei sistemi di aggregazione contenutistica dei dispositivi di ricezione (come le citate smart TV, gli smartphone, i smart speaker, i pc, i tablet, ecc.), che catalogano, organizzano, gestiscono e – da ultimo – facilitano l’accesso ai programmi.
Responsabilità ampliate
E che, in tale condizione, potrebbero dover assumere responsabilità legali e tecniche più ampie, sostituendosi (almeno in parte) nel ruolo di un operatore di rete broadcast.
Domande per ora senza risposte
Queste domande trovano risposte solo parziali nelle norme vigenti e vi è la necessità di un adeguamento legislativo e regolamentare che tenga conto delle nuove dinamiche tra utenti, OTT, fornitori di servizi e costruttori di apparati di somministrazione (i dispositivi connessi).
Infrastrutture
Per avere un’idea della portata rivoluzionaria del principio di disintermediazione si pensi agli appalti pubblici, sui quali potrebbe riflettersi un ripensamento dei contratti legati alle infrastrutture di telecomunicazione, con inevitabili contrasti di natura tecnico-giuridica.
Shortcut e il ruolo dei produttori di device
Il secondo fenomeno emergente sono le shortcut, cioè la tendenza dei produttori di dispositivi per la ricezione di contenuti a semplificare l’accesso ai servizi, riducendo gli anelli della catena e conseguentemente ruoli, controlli e posizioni assegnate.
Le smart tv di nuova generazione
Un esempio sono le smart TV di nuova generazione, che si aprono direttamente su una pagina home dalla quale si può accedere ai vari servizi come Netflix, Prime Video, ma anche Live Tv, rivoluzionando o quantomeno riducendo l’importanza della metodologia di consultazione tradizionale, in parte superando strumenti di ordinazione codificati sul piano regolamentare (il logical channel numbering, LCN).
Icona
Proprio il tema della shortcut per l’accesso alla tv lineare via etere dalle smart tv è stato oggetto di un complesso tavolo tecnico di Agcom per la definizione del nome, del posizionamento e della forma della relativa icona e che ha condotto nelle scorse settimane all’approvazione di una articolata delibera (390/24/CONS) con prospettiva modulare in conseguenza delle determinazioni di successivi tavoli tecnici per la definizione di regolamenti attuativi.
Le Linee guida sulla prominence
Un provvedimento il cui allegato A contempla le Linee guida in materia di prominence dei servizi di media audiovisivi e radiofonici di interesse generale, cioè le emittenti radiotelevisive caratterizzate da una testata giornalistica e da un palinsesto meritevole di tutela attraverso una rilevanza nel paniere della somministrazione contenutistica sui device connessi e che saranno, appunto, oggetto di discussione in tavoli tecnici specifici per l’adozione dei provvedimenti impositivi a carico dei produttori.
Automotive
Un caso analogo si registra nel settore automobilistico, dove tecnologie diffuse come Android Auto ed Apple CarPlay (penetrazione del 90% sulle nuove auto USA ed 85% in Europa) assumono il controllo del sistema di car entertainment, eludendo l’autoradio tradizionale.
In viaggio con Google & Apple
Anche in questo caso, stiamo assistendo ad una disintermediazione, dove il device (l’autoradio integrata nell’infotainment dell’auto) viene gestito direttamente da un OTT (Google nel caso di Android Auto ed Apple in quello di CarPlay) nella somministrazione del contenuto, riducendo l’importanza dei sistemi tradizionali di distribuzione.
Mappe
Per comprendere attraverso un parallelismo la dimensione della questione, si pensi alla progressiva emarginazione dei sistemi di navigazione nativi delle automobili, sempre più discriminati dai sistemi Google Maps ed Apple Maps, che, attraverso comandi vocali più efficaci, hanno disintermediato i navigatori delle singole case, tanto che in alcuni modelli non sono nemmeno più previsti.
Comandi vocali
Ecco, gli stessi comandi vocali, in questa accezione, sono formule di disintermediazione e shortcut allo stesso tempo. Si tratta di un tema incandescente sul piano giuridico, considerato che le invocazioni per gestirli, sono dei veri e propri gate controllati da Google ed Apple.
Criticità delle shortcut: le implicazioni normative
Il fenomeno delle shortcut, quindi, ha rilevanti implicazioni giuridiche. Da un lato, le semplificazioni possono migliorare la user experience, riducendo i passaggi necessari per accedere ai contenuti.
Controlli
Dall’altro lato, si riducono i controlli e le regolamentazioni che storicamente si applicavano ai network provider, con possibili ricadute in termini di protezione del consumatore, sicurezza delle informazioni e responsabilità per eventuali disservizi.
Appalti pubblici
Tuttavia, se le infrastrutture tradizionali di telecomunicazione perdono rilevanza, come dovranno essere strutturati i nuovi rapporti contrattuali? Chi sarà il responsabile ultimo della trasmissione dei contenuti, in un contesto dove i dispositivi finali assumono sempre più controllo?
Prospettive future
In conclusione, la disintermediazione e le shortcut rappresentano due tendenze che stanno ridisegnando il panorama delle telecomunicazioni e richiedono un ripensamento delle modalità con cui le opere di telecomunicazione vengono concepite e gestite.
Oltre al ferro
I protocolli contrattuali non possono più limitarsi alla costruzione e manutenzione di reti fisiche tradizionali, ma devono prevedere anche nuove responsabilità per i produttori di dispositivi e fornitori di contenuti digitali.
Evoluzione in parallelo
È essenziale che il quadro normativo si evolva in parallelo, per garantire che la qualità del servizio e la protezione dei consumatori rimangano al centro delle preoccupazioni, anche in un’era di crescente digitalizzazione e disintermediazione.