Nel mese di agosto, il Governo ha lavorato alacremente. Almeno così sembra. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha varato una serie di provvedimenti di sostegno alle imprese, di agevolazioni fiscali, di aiuti al settore automobilistico. Tra di essi vi è anche la “Legge Sviluppo”, un provvedimento approvato dalla Camera il 14 agosto 2009, che dovrebbe imporre all’Italia una sterzata vigorosa per passare dalle misure di emergenza alle vere e proprie riforme strutturali. Si legge nel comunicato ufficiale che questo provvedimento servirà “per aiutare il Paese e il sistema produttivo ad uscire dalle difficoltà avviando processi di competitività, modernizzazione ed efficienza che configureranno l’Italia del futuro”. Un impianto legislativo, articolati in 64 articoli, che spazia dalle nuove strategie energetiche nazionali alla nuova politica industriale, dalla riforma delle camere di commercio alla class action e alle riforme per la tutela dei consumatori. La nuova strategia energetica nazionale dovrebbe colmare un vuoto di oltre vent’anni e affrontare finalmente alcuni nodi irrisolti, i veti e le contraddizioni della gestione dell’energia nel nostro Paese che ci hanno fatto sinora pagare l’elettricità il 30% in più degli altri Paesi europei, ci hanno fatto dipendere dall’estero per l’85% dei nostri consumi e condannato ad alti tassi di inquinamento. Unico piccolo problema, è stato previsto anche il ritorno al nucleare che questo gran successo in Italia non ha avuto negli anni addietro. Con la nuova politica industriale è stato introdotto il “contratto di rete di impresa”, che dovrebbe consentire alle aziende di minori dimensioni di aggregarsi in forme nuove senza perdere la propria identità, grazie ad agevolazioni fiscali, finanziarie e amministrative, per diffondere know how, investire in ricerca, sviluppare insieme progetti di marketing, esplorare insieme nuovi mercati. Per maggiori informazioni rimandiamo al testo della presentazione del provvedimento. (L.B. per NL)