L’euro e il dollaro americano si avvicinano alla parità, con un tasso di cambio che non si vedeva da anni. I politici e le banche non sembrano preoccupati, visti i benefici che ne derivano, ma la BCE potrebbe intervenire.
L’euro in ribasso aiuta gli scambi commerciali
L’avvicinamento del valore delle due valute porta alcuni indiscutibili lati positivi. In primis, i beni europei diventano particolarmente appetibili per le società americane, poiché più economici. Nei prossimi mesi potrebbero quindi intensificarsi gli scambi commerciali tra i due continenti con ottime conseguenze per il mercato europeo.
Export
In secondo luogo, vengono avvantaggiate le tante aziende italiane rivolte all’export che già scambiano prodotti e servizi con il Paese oltreoceano. Già nel mese di marzo le esportazioni verso gli Stati Uniti erano aumentate del 40% su base annua, nelle prossime settimane è probabile che questo dato aumenti ulteriormente. Infine, i nuovi investitori privati avranno finalmente la giusta occasione per scoprire i vantaggi del partecipare al mercato monetario.
La valuta debole non deve far paura
Il mercato monetario regala da sempre grandi soddisfazioni ai trader esperti che hanno confidenza con gli scambi tra valute, ma questo spiraglio permette anche ai nuovi investitori di diversificare il proprio portafoglio e inserirsi in un mercato a basso rischio. Il money market, ora, è il “fattore X”. Dagli investitori ai politici, agli economisti, tutti si domandano se la coppia continuerà la sua scivolata verso la parità.
Rassicurazioni
Nei giorni scorsi Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia, ha evidenziato come una valuta più più debole ostacolerebbe l’obiettivo di stabilità dei prezzi. Dall’altro lato Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della BCE, rassicura che il tasso di cambio tra le due valute è sotto attenta osservazione, così come il suo impatto sull’inflazione.
Opinioni contrastanti
Le opinioni sono contrastanti ma, come anticipato, una valuta debole non è necessariamente qualcosa di cui preoccuparsi. Tant’è che, stando agli analisti, è improbabile che politici e banche spingano per una valuta più forte. Un tasso di cambio più debole incentiva gli scambi commerciali, soprattutto quando i costi delle importazioni sono aumentati a causa dell’inflazione.
Il cambio euro-dollaro ora
Il valore dell’euro è in calo da maggio 2021, quando veniva scambiato a 1,22 dollari. A distanza di un anno ha raggiunto un minimo di 1,03 dollari prima di riprendersi nell’ultima settimana, grazie a un’ampia svendita del dollaro e a segnali di vulnerabilità nell’economia statunitense. Il risultato è un cambio di circa 1,05 dollari, valore che l’euro sta tutto sommato mantenendo.
Convergenza
Il pubblico è diviso: alcuni pensano che le due valute possano convergere in un evento che non si vede da vent’anni, altri sono dell’idea che, dopo aver sfiorato il valore minimo degli ultimi cinque anni, l’euro recupererà terreno.
Bene rifugio
A ostacolare la risalita della valuta europea si piazzano l’incrinamento dell’economia globale, l’incremento dei costi di produzione e il rafforzamento dello status del dollaro come “bene rifugio” a fronte del deprezzamento dell’oro. Facendo un passo indietro si ritrovano anche la pandemia iniziata nel 2020 e il conflitto in Ucraina scoppiato a febbraio 2022, due eventi che hanno fatto gonfiato i prezzi delle materie prime, del carburante e dei trasporti.
La BCE valuta l’intervento
I dati sull’inflazione potrebbero sollecitare un intervento della Banca Centrale Europea, la cui prossima riunione è fissata per il 9 giugno. Essendo troppo presto per avere un quadro completo dello scenario economico europeo, la BCE dovrà limitarsi a lavorare con i dati flash disponibili. Sarà oggetto di discussione anche l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, in quanto lo scontro ha avuto gravi conseguenze sulle forniture di energia all’Europa.
La BCE
Le decisioni della BCE potrebbero rappresentare un punto di svolta per l’euro, e proprio per questo molti pensano che la parità tra le due valute non verrà raggiunta. Secondo gli analisti della banca BNP Paribas, il dollaro sarebbe già vicino al suo picco di valore ed è pronto ad allontanarsi definitivamente dalla valuta europea. Stimano inoltre che il cambio nei prossimi mesi raggiungerà 1,15 dollari per euro, fino a toccare 1,20 dollari a fine 2023. Tuttavia, se l’euro dovesse rimanere sui valori attuali l’Europa potrebbe approfittarne per stringere nuovi legami commerciali con gli Stati Uniti.