La società col Covid-19 cambierà definitivamente. E ciò in quanto la progressione a tegola del contagio (all’apice della diffusione in un paese corrisponde lo sviluppo in un altro, con tempi diversi anche in funzione della dimensione territoriale e del livello demografico) renderà difficile, a breve termine, la definitiva sconfitta del virus.
L’attenuamento del contagio dovrà quindi durare fin quando non si sarà trovato un vaccino, oppure ci sarà stato un numero sufficientemente elevato di guariti dal Covid-19 che potrà diffondere, in luogo del virus, l’immunità (la cd. immunità di gregge, per l’appunto).
La misteriosa scomparsa della Spagnola
O ancora, che, come per la pandemia della Spagnola del 1918, che infettò 500 milioni di persone e ne uccise 50-100, di colpo il contagio si abbatta fino a quasi annullarsi.
Così fu per la pandemia che infettò il mondo sul finire della I° guerra mondiale (tragedia nella tragedia), senza mai che fosse efficacemente spiegato il perché (nella sola città di Filadelfia, per esempio, ci furono 4597 morti tra il 9 ed il 16 ottobre, ma meno di un mese dopo l’influenza era pressoché scomparsa da tutta la città).
Punti in comune
La Spagnola aveva numerosi punti in comune col Covid-19:
1) mortalità oscillante tra 0,75 e 5,6%, con alta probabilità del 2,5%;
2) incertezza dell’origine, ma probabile salto animale->uomo (aviaria);
3) humus della diffusione in promiscuità e igiene limitata;
4) virulenza e diffusione ad ondate (inizia in maniera quasi invisibile per poi montare velocemente);
5) morte in isolamento. Gli operatori sanitari non potevano visitare gli ammalati e i necrofori seppellire i morti, poiché essi stessi erano ammalati;
6) area meno colpita il Giappone;
7) chiusura di molti negozi e richiesta ai clienti di restare all’esterno ad inoltrare gli ordini.
Prevenzione o perdita di forza del virus?
Una spiegazione per il rapido declino della letalità della malattia, secondo la retrospettiva storica, sarebbe da ricondurre alla prevenzione ed alla cura della polmonite che si sviluppava dopo che le vittime avevano contratto il virus.
Un’altra ipotesi è che il virus del 1918 abbia subito una mutazione rapida verso una forma meno letale, secondo la teoria che tanto più esso è virulento, tanto più esaurisce velocemente la sua carica (gli ospiti dei ceppi più pericolosi tendono a estinguersi).
Il mondo è ormai troppo piccolo per isolarci
Ma quand’anche ciò avvenisse per il Covid-19, il rischio di altre pandemie similari non consentirà di abbassare la guardia tornando a stili di vita come prima.
Tornando all’esempio della Spagnola, non può non rilevarsi come, al tempo, la mobilità fosse fortemente limitata e quindi la trasmissione necessariamente più lenta. Ma, soprattutto, il mondo era abitato da soli 2 miliardi di esseri umani.
Oggi siamo 7 miliardi e mezzo con una mobilità tale che consente ad un virus di spostarsi da un capo all’altro del pianeta in poche ore.
Strumenti di controllo rigidi
Di qui la necessità che gli strumenti di controllo per essere efficaci dovranno necessariamente essere rigidi.
Secondo Gordon Lichfield, direttore di MIT Technology Review, la rivista della famosa università americana, “la maggior parte di noi probabilmente non ha ancora capito – ma dovrà farlo presto – che le cose non torneranno alla normalità dopo qualche settimana o mese. Alcune cose non torneranno mai più”.
Alcuni esempi
Il vincolo di tracciabilità e di monitoraggio che quasi certamente sarà introdotto dappertutto sul modello coreano, potrebbe determinare in un ordinamento giuridico come il nostro, innovato dai nuovi pericoli pandemici, l’estensione del reato ex art 496 c.p. (false dichiarazioni sulla identità o su qualità personali proprie o di altri) a chi si doterà di due utenze telefoniche dichiarando la prima, ma utilizzandone una seconda occulta in sede di spostamento.
Una profonda deroga alla disciplina della privacy per come fin qui l’abbiamo conosciuta, che tuttavia potrebbe avere almeno un aspetto positivo: la limitazione delle attività illecite e criminali.
Mai più come prima
Ormai è chiaro: a convivere con gli effetti del Coronavirus dovremo abituarci, perché anche al termine del lockdown le cose non potranno tornare come prima.
I comportamenti individuali e le attività produttive di beni e servizi basati sugli assembramenti dovranno da subito rivedere le proprie politiche economiche ed organizzative.
Scenari dell’immediato futuro
Abbiamo quindi ipotizzato uno schema di adattamento nel breve tempo di tali attività, per dare una dimensione della trasformazione socio-economica, che imporrà – fuori dallo scontato smart working – lo sviluppo di numerose nuove attività di supporto ed integrazione (prodotti, strumenti, software, personale qualificato, ecc.).
Istruzione
L’e-learning diverrà progressivamente la forma di base di istruzione. Nella fase intermedia verranno adottate forme di distanziamento fisico obbligatorio nella scuole. Sempre in proiezione dell’e-learning, nasceranno strutture di baby sitting pubblico e privato e di accoglienza di nuclei limitati di bambini che non potranno evidentemente essere lasciati soli a casa da genitori che dovranno comunque lavorare.
Centri commerciali, fiere, manifestazioni, concerti, crociere, hotel
Gli ingressi saranno contingentati attraverso prenotazione e dovranno dotarsi per rimanere attivi di sistemi di controllo simili a quelli degli aeroporti.
Cinema, stadi, teatri, discoteche, ristoranti, bar, spiagge
L’ingresso sarà contingentato ed avverrà prevalentemente su prenotazione. Saranno previsti vincoli di distanziamento fisico che potranno arrivare fino all’adozione di barriere protettive (schermi in plexiglass).
Esercizio fisico
Ingresso nella palestre sarà contingentato ed avverrà quasi esclusivamente su prenotazione. Vedremo lo sviluppo di pacchetti di tutoraggio online insieme ad attrezzature in comodato per l’allenamento domiciliare e la crescita della vendita di biciclette ed accessori per lo sport all’aperto.
Prodotti alimentari
Assisteremo ad una crescita potentissima dell’e-commerce di prossimità. Le piccole realtà locali coglieranno l’opportunità della congestione della grande distribuzione per accogliere una domanda imponente di un’utenza, che, anche dopo il lockdown, sarà comunque obbligata ad evitare assembramenti. Parliamo, ad esempio, di panifici, centri vendita di frutta e verdura, di carne, di latte e formaggi, ecc.
Spostamenti
Relativamente alla mobilità, avremo ingressi contingentati su metropolitane, treni, mezzi pubblici che saranno adattati con barriere fisiche in plexiglass. Con ogni probabilità vi sarà uno sviluppo del trasporto individuale, con intensificazione di quello elettrico per esigenze di sostenibilità ambientale. (M.L. per NL)