Alla fine è andata come avevamo previsto: con la firma del contratto definitivo tra le parti, Play Radio è entrata ufficialmente a far parte del gruppo milanese Finelco, che a breve potrebbe divenire il più importante gruppo editoriale radiofonico italiano, con oltre 800 impianti di diffusione in pancia e tre concessioni nazionali a disposizione.
Cosa ne sarà di Play Radio, intesa come progetto editoriale, per il momento non è dato di sapere, anche se è lecito aspettarsi profonde novità a riguardo (probabilmente il vulcanico Alberto Hazan ha già nel cassetto l’idea ritenuta vincente). Quello che invece è facile ipotizzare è che Finelco potrà ora sviluppare potentissime sinergie tecniche tra le emittenti intergruppo, ma anche mettere in atto interessanti scambi frequenziali con altri soggetti. Infatti, se Play Radio non si è dimostrata in concreto un prodotto vincente, certamente dispone di un reticolo di frequenze di grande interesse, perfettibile ma sicuramente costituente un robusto tronco per la moltiplicazione delle piante editoriali.
Se, quindi, per il grande polo radiofonico milanese l’operazione Play Radio costituisce un fenomenale sbocco di mercato, anche per RCS si tratta di una magnifica operazione, che consente al primo gruppo editoriale italiano di ribaltare gli effetti di quella che sembrava essere un’esperienza poco felice. Divenendo partner di 105 e RMC, RCS si assicura quella concreta multimedialità da tempo inseguita, senza doversi impegnare direttamente nella gestione di un mezzo che, alla prova dei fatti, si è dimostrato difficile da condurre da parte di un gruppo di provenienza non radiofonica.