Dopo lunga malattia è morto per un male incurabile, la notte scorsa ad Ancona, Tonino Carino, storico giornalista sportivo della Rai e popolare protagonista di innumerevoli trasmissioni.
Nato ad Offida, in provincia di Ascoli Piceno, il 31 luglio 1944 iniziò la sua carriera giornalistica nel 1969 a Il Resto del Carlino. Nel 1971 passò al Corriere Adriatico per entrare nel 1976 alla Rai sede di Ancona, della quale è stato dal 1991 al 2002 caporedattore. Dal 1976 iniziò a seguire l’Ascoli calcio per “Novantesimo minuto” di Paolo Valenti. Indimenticabile rimane nell’immaginario collettivo il suo tipico saluto “Tonino Carino da Ascoli” e riporta la mente agli indimenticabili momenti di giornalismo e di calcio di altri tempi e personaggi. Quel saluto semplice ed inconfondibile divenne una leggenda. I telespettatori italiani lo ricordono con affetto anche per la sua dizione imperfetta dovuta alle sue difficoltà nel citare i nomi dei calciatori stranieri. Dalla fine degli anni Novanta partecipò ad alcune edizioni di Quelli che il calcio, facendo il graditissimo ritorno nel 2005. Nel 2002, in veste di inviato, seguì il Giro d’Italia; dal 2002 al 2003 fu, insieme alla giornalista Milena Minutoli, inviato della trasmissione pomeridiana Casa Raiuno condotta da Massimo Giletti con Cristiano Malgioglio e Antonella Mosetti. Il web ricorda con molte pagine la sua scomparsa. Wikipedia ha aggiornato in tempo reale la pagina con la notizia del decesso del giornalista e ricorda le diverse parodie che Tonino Carino ha ispirato. «Nel 2000 l’attore Diego Abatantuono – si legge – ha impersonato il giornalista, nei panni di Tonino Tonnato. Nel suo nuovo ruolo di giornalista – umorista, Tonino Carino non sopportava questo strano personaggio e si arrabbiò con Abatantuono, dicendo che non doveva accompagnare la mitica sigla di 90° minuto facendo i versi con la bocca. Quando era corrispondente a "90° minuto", il Trio Solenghi – Lopez – Marchesini gli dedicò una filastrocca. Il testo era: "Sono Carino, sono piccino, sono la gioia di mammà. Se mi sporco il vestitino, il papà mi fa cià cià!". Celebre fu il tormentone di Ezio Greggio a Drive In: "È lui, o non è lui? Cerrrrrrrto che è lui! Tonino Carino da Ascoli"». Il sito Picus di Ascoli riporta: “Il nome simpatico, l’immagine buffa, la pronuncia imperfetta lo hanno reso celebre ed amato. Con lui se ne va un pezzo di storia dell’Ascoli e del calcio. Ed è una storia che non esiste più. E’ la storia di un calcio che s’ascoltava alla radio. Quando il portiere era il numero 1 e il centravanti il 9. Quando si attendeva con trepidazione l’arrivo della domenica e il calcio d’inizio. Era la storia di un calcio fatto di emozioni in bianco e nero”.Tonino Carino rimane memoria di un periodo semplice, legato ancora alla provincia e per questo motivo forse più genuino. I funerali si terranno domani, Mercoledì 10 marzo nel Duomo di Ascoli Piceno alle 14.30. Un altro volto storico della tv che se ne va e ci lascia soli. (R.R. per NL)