DVB-h ora è lo standard ufficiale europeo

Come previsto la Commissione dà il suo via libera allo standard sostenuto tra gli altri da Nokia. Ogni dubbio è stato accantonato. La speranza di Viviane Reding è che ora la televisione mobile decolli


da Punto informatico

Roma – Ci sono aziende europee che ci si sono tuffate sopra da tempo ed era nota la propensione dell’Unione Europea per lo standard mobile DVB-h, ma ora è ufficiale. Da ieri DVB-h è ufficialmente nella lista degli standard supportati dall’Unione.

Lo ha confermato la Commissione Europea, secondo cui l’adozione definitiva dello standard è il miglior viatico alla nascita di una vera industria di settore, capace di offrire alla televisione mobile quel mercato che ancora stenta a decollare.

“Perché la mobile Tv prenda piede in Europa – ha dichiarato in una nota il commissario Viviane Reding – ci deve essere certezza sulla tecnologia”. DVB-h è stato preferito ad altre soluzioni non solo per gli aspetti tecnologici ma soprattutto per quelli di mercato, per la possibilità di utilizzarlo per la produzione di prodotti premium, per differenziare formule di accesso e tariffe per la visione nonché per la blindatura che il DVB porta con sé.
DVB-h, inoltre, è sostenuto da Nokia, il maggior costruttore europeo di dispositivi mobili e il maggiore player nel mondo. Sul DVB-h in molti investono da anni anche in Italia ma la mancanza di una formalizzazione ne ha fin qui limitato l’offerta. Per la RAI l’affermazione dello standard europeo potrebbe rappresentare un problema vista la nota propensione della televisione pubblica per altri standard, dalla implementazione meno onerosa.

Ed è anche per questo che Reding parla di “un segnale importante” e sottolinea come si sia giunti a questa decisione grazie ad un lavoro svolto “a stretto contatto” con i partner europei. Un’affermazione che sembra mettere a tacere definitivamente le polemiche che si erano levate in particolare in Olanda, Germania e Regno Unito, dove l’imposizione dall’alto di uno standard unico non è una soluzione che abbia mai incontrato il favore delle autorità.

Valutare gli interessi in campo aiuta probabilmente a cogliere il senso della dichiarazione della GSM Association secondo cui “il supporto ufficiale ha il suo peso ma questo non significa che il DVB-h sia necessariamente lo standard migliore”, sebbene sia evidentemente quello destinato a diffondersi in Europa.

Il problema vero, come rilevano tutti gli osservatori in queste ore, sono i modelli di business. In Italia a fare da apripista, per tutta l’Europa in realtà, è 3 con una serie di progetti dedicati, ma non è detto che siano modelli replicabili né che siano quelli adatti a far decollare il servizio. A poter costituire un buon banco di prova per la televisione mobile sono le imminenti Olimpiadi, che potrebbero offrire non pochi spunti per i servizi DVB-h, e così gli Europei di calcio.

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