DTT,operazione L’Espresso/Telecom per creazione player indipendente leader. Borsa apprezza, ma premia solo Telecom

L’accordo siglato non vincolante relativo a una possibile integrazione tra le attività di operatore di rete di Rete A (gruppo L’Espresso) e Telecom Italia Media Broadcasting, controllata al 100% da Telecom Italia Media, ha avuto effetti contrastanti in Borsa.

L’operazione, che integra su un’unica piattaforma tecnologica digitale cinque multiplex del digitale terrestre con copertura nazionale (tre portati in dote da Telecom Italia Media Broadcasting e due da Rete A), punta a creare un operatore di rete indipendente leader in Italia. La notizia per gli analisti di Intermonte è stata considerata positiva, perché permetterebbe a L’Espresso di valorizzare un asset che il mercato sostanzialmente non mostra di apprezzare sufficientemente nella sua singolarità (nella somma delle parti degli analisti è valutato 85 miliardi di euro). "Stimiamo che i cinque multiplex insieme possano generare circa 100 milioni di euro di ricavi e 42-45 milioni di euro di ebitda nel 2013 che potrebbe salire a 50 milioni nel 2014 visto che ci sono sinergie industriali", hanno spiegato gli analisti di Intermonte al quotidiano Milano Finanza. Assumendo che Telecom Italia Media Broadcasting non apporti debito, L’Espresso potrebbe avere una quota della nuova società compresa tra il 20% e il 40%, quindi decisamente minoritaria. "Su L’Espresso confermiamo il giudizio outperform e il target price a 1 euro", concludono a Intermonte. Visto che l’operazione permetterebbe a L’Espresso il consolidamento del mercato, la valorizzazione di un asset non-core e il deconsolidamento di parte del debito, gli analisti di Equita hanno migliorato la valutazione dei multiplex della società da 70 milioni a 110 milioni di euro e alzato il target price da 0,62 a 0,8 euro. Il rating resta reduce perché anche se il trend della raccolta pubblicitaria è meno negativo rispetto al secondo trimestre (-17%) è già prezzato nei prezzi correnti (inoltre, permane l’incertezza sulla decisione della Cassazione per la multa di 353 milioni). Anche Kepler Cheuvreux ha alzato il target price de L’Espresso da 0,5 a 0,6 euro, alla luce del maggior valore dei due multiplex da 100 a 140 milioni di euro (10 volte l’enterprise value/ebitda 2014), ora più in linea con la valutazione dei multiplex di TI Media. Il broker in esame, spiega sempre il quotidiano Milano Finanza, ha apprezzato l’operazione ma non si attende sinergie di costo significative dal merger, mentre alcuni benefici futuri potrebbero derivare dal consolidamento del mercato delle frequenze del digitale terrestre. "Confermiamo il rating reduce per via dell’esposizione de L’Espresso alla debole raccolta pubblicitaria, oltre il 60% dei ricavi totali, che non si sta ancora riprendendo per quanto riguarda la stampa e per via dei 350 milioni di passività pendenti connesse al contenzioso fiscale", è stato il commento ufficiale del player finanziario. Banca Akros ha per conto proprio alzato la raccomandazione su L’Espresso da reduce a hold e il target price da 0,66 a 1,1 euro, vedendo implicazioni positive per le minority de L’Espresso, in quanto l’operazione – secondo loro – offrirà scala, potere di mercato e sinergie. "Questo accordo strategico è stato discusso per molti mesi e fornisce una forte posizione competitiva per l’entità risultante, rafforza anche la struttura finanziaria di Telecom Italia Media e crea valore per gli azionisti de L’Espresso", hanno dichiarato i consulenti di Banca Akros, secondo i quali le sinergie riguarderanno un uso più intensivo del multiplex controllato da L’Espresso che con ogni probabilità raggiungerà un livello di redditività in linea con quelli controllati da TI Media, che già vantano un ebitda margin del 50%. "La nostra valutazione del multiplex de L’Espresso è pari a 125 milioni di euro", hanno quindi concluso. Per TI Media valgono gli stessi aspetti positivi industriali. Giacché è indicato che avrà il controllo della nuova entità, è ipotizzabile che conferirà solo una porzione dei circa 280 milioni di euro di debito. Equita mantiene comunque il rating reduce e il target price a 0,08 euro su TI Media, target price che Banca Akros ha alzato da 0,09 a 0,105 euro (rating accumulate). "Per TI Media questo accordo probabilmente può accelerare il processo riorganizzativo, magari risolvendo in parte il problema del debito", hanno fatto sapere gli analisti di Mediobanca Securities, che non escludono un appeal M&A nel medio-lungo termine in quanto la nuova entità, una volta che il deal sarà completato, potrebbe attirare l’interesse delle emittenti internazionali che vogliono entrare nel mercato italiano con una quota significativa. Sulla considerazione che nell’eventuale operazione il bastone del comando sarà in mano a Telecom Italia, la Borsa ha lasciato stazionario il titolo L’Espresso intorno alla parità (a quota 1,30 euro), mentre ha premiato quello Telecom Italia Media, che è volato del 9,28%, collocandosi a quota 0,1036 euro. (M.L. per NL)

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