La Regione Piemonte porta Wi-Pie in Val di Viù con una nuova sperimentazione che impiega le frequenze inutilizzate dello spettro televisivo per il trasporto di reti wireless a banda larga.
I White spaces sono le frequenze parzialmente vuote lasciate dai broadcaster dopo il passaggio al Digitale terrestre, che diventano luoghi di sperimentazione per portare internet a banda larga in zone, come le aree montane, difficili da raggiungere con la rete. Un ambito di applicazione su cui si è pronunciata il 20 settembre anche la Commissione Europea, fissando il 2013 come termine ultimo per la definizione di regole per l’uso efficiente delle frequenze libere, i white spaces o spazi bianchi appunto. La sperimentazione White Spaces, guidata dal Politecnico di Torino e CSP, prima in Italia, è autorizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico grazie alla disponibilità di Rete Capri che ha concesso in uso una frequenza libera. La Regione Piemonte, attraverso Wi-Pie, il programma regionale di diffusione della banda larga in Piemonte, sostiene l’iniziativa nell’ambito della continua attenzione riservata al problema della riduzione del digital divide, specialmente nelle aree montane. La scelta è quindi ricaduta sulle Valli di Lanzo, e in particolare in Val di Viù, dove è stato permesso al gruppo di ricerca di utilizzare una frequenza televisiva per fini diversi, ovvero per la connettività a banda larga. Un’applicazione importante per portare rete nelle aree marginali, se si pensa che i ripetitori televisivi sono ovunque, le frequenze già disponibili, e che l’abbinamento con la tecnologia WiFi può permettere una copertura del servizio molto più estesa. Una circostanza che garantirebbe connettività in aree mai raggiunte da servizi a larga banda qualificati, che possono essere così forniti riutilizzando parzialmente infrastrutture esistenti. Le frequenze inutilizzate vengono quindi destinate a una funzione diversa, importantissima per ridurre le distanze tra aree isolate e “centro”, con tutte le implicazioni economico-sociali che questo comporta. Interesse attivo viene manifestato anche dall’Associazione di Consumatori Televisivi UTELIT Consum, e dalle emittenti locali, che hanno manifestato interesse per diventare parte attiva della sperimentazione: tra queste Telestudio unita da tempo a CSP con un accordo di collaborazione. Ha commentato l’Assessore allo Sviluppo Economico e all’Innovazione della Regione Piemonte, Massimo Giordano: “Un risultato tecnologico importante che ha ricadute economico – sociali per il territorio piemontese. L’assenza di connettività a banda larga è infatti una seria difficoltà per le imprese e per i cittadini, specialmente in quelle aree che per struttura del territorio risultano isolate, a rischio spopolamento e quindi inadatte allo sviluppo e al mantenimento di nuove iniziative economiche. E penso naturalmente alla montagna ma non solo. In questo quadro, la sperimentazione di nuovi modelli di accesso alla banda larga, secondo la filosofia dei white spaces, apre opportunità importanti per offrire internet veloce anche nelle aree più remote del Piemonte, abbattendo costi e impatto ambientale, com’è del resto nelle prerogative di WI-PIE, il programma della Regione Piemonte per la diffusione della banda larga”. Francesco Profumo, Rettore del Politecnico di Torino, presenta così l’iniziativa: “Il digital divide è oggi un ostacolo alla crescita di settori importanti in Piemonte, come in Italia e in diverse regioni Europee. E’ quindi con grande soddisfazione che il Politecnico di Torino, con il supporto tecnico di CSP, dà il via alla sperimentazione, prima in Italia, di sistemi di comunicazione a larga banda così innovativi in grado di superare i tradizionali ostacoli incontrati dalle reti cellulari e Wi-Fi, e coprire quindi aree "problematiche" dal punto di vista orografico, come quelle montane. Il Politecnico si trova quindi ad intraprendere un’attività di ricerca che lo pone decisamente all’avanguardia nel nostro Paese e in Europa, un’occasione che non potevamo perdere". “Per il CSP un importante occasione per rafforzare la propria identità di struttura di ricerca che opera in stretta collaborazione con gli Atenei” dichiara il Presidente Giovanni Ferrero “e in progetti concreti nel territorio. Siamo fiduciosi che i risultati della sperimentazione possano, grazie ai canali televisivi trasformati in nuove reti digitali, dare pari opportunità di sviluppo alle imprese e alle popolazioni delle aree marginali”. La sperimentazione utilizza la frequenza con portante a 763MHz e larghezza di banda di 5MHz, interamente contenuta nel canale televisivo 57 (758-766MHz, con frequenza centrale di 762MHz), assegnata all’emittente Rete Capri che ne ha concesso l’uso. L’impianto trasmissivo con funzioni di access point, collocabile presso il traliccio in località Pian Benot, alle coordinate 45° 13’ 22’’N – 7° 13’ 50’’E, ha le seguente caratteristiche: • potenza massima al connettore dell’antenna di 18dBm; • antenna direttiva a pannello a polarizzazione verticale, con apertura di 60° sul piano orizzontale e 20° sul piano verticale ed un guadagno pari a 12dBi, con orientamento di 85°N e downtilt di 10° • tranceiver OFDM con sottoportanti modulate 64QAM.