Non che l’ipotesi colga alla sprovvista: sono mesi che parliamo della necessità di una proroga dei primi termini della roadmap per gli spegnimenti degli attuali canali DTT.
E’ una necessità che non interessa gli operatori di rete nazionali, ma quelli locali. Ma che non è vista negativamente nemmeno dai primi, come vedremo.
Il punto
L’esame delle domande presentate a seguito dei bandi ministeriali per l’assegnazione dei diritti d’uso areali è ancora in alto mare. E se lo è quello relativo alle istanze precedenti l’ultima tornata scaduta a metà febbraio (Emilia Romagna in testa, a causa degli errori tecnici della FUB) ben si può immaginare per tutte le altre.
Il pasticcio della Lombardia insegna
E la fretta fin qui ha già generato problemi non di poco conto, come ha dimostrato il pasticcio della Lombardia che ha spinto il Ministero dello sviluppo economico ad una repentina inversione ad U prima che il TAR assumesse l’inevitabile decisione a favore del ricorrente.
Bandi FSMA
Mancano poi i bandi per fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA), che sono ancora peggio. E’ infatti attesa la partecipazione di ben oltre un migliaio di fornitori di soggetti (eredi dei 4000 titoli rilasciati dal 2010 ad oggi). Sul punto, peraltro, non si conoscono ancora gli esiti della consultazione pubblica per la definizione delle linee guida definitive (propedeutica alla presentazione dei bandi).
Piano LCN
Infine dovranno essere associati agli FSMA utilmente collocati in graduatoria gli identificatori LCN (logical channel number) sulla base di un Piano di numerazione automatica del telecomando non ancora aggiornato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Che, a sua volta, ha sottoposto una prospettazione di Piano LCN a consultazione pubblica.
Frequenze di secondo livello non assegnate
C’è inoltre il nodo delle indispensabili frequenze di 2° livello che nella maggior parte dei bandi conclusi non sono state assegnate. Ma anche sono indispensabili per garantire la sopravvivenza di oltre il 50% degli FSMA minori.
Per tali frequenze devono essere pubblicati nuovi bandi prima degli spegnimenti e non certamente dopo.
L’occhio del G.A.
E il tutto al netto di eventuali provvedimenti della giustizia amministrativa che potrebbero, se non rimandare gli spegnimenti (perché la L. 205/2017 glielo impedisce), certamente intervenire su qualsiasi altro provvedimento. E di ricorsi pendenti ce ne sono già molti.
Una proroga di 6/8 mesi?
Per questi motivi, a quanto risulta a NL, si starebbe discutendo dell’ipotesi di una proroga attraverso uno slittamento di 6 mesi (quindi ad inizio 2022) o addirittura più in là. Fermo ovviamente il limite invalicabile di giugno 2022 per esigenze di coordinamento internazionale e di attribuzione delle frequenze della banda 700 MHz ai telefonici.
Una proroga che aiuterebbe l’aggiornamento del parco ricevitori
Dicevamo che l’ipotesi non è disdegnata anche dai player nazionali. La motivazione va ricondotta al fatto che un maggior lasso di tempo a disposizione consentirebbe l’aggiornamento spontaneo del parco ricevitori ai formati H264 e H265. Ogni anno, infatti, vengono sostituiti 4 mln di televisori.
Uno spostamento di 6/8 mesi renderebbe quindi lo switch-off di formato meno traumatico. (E.G. per NL)