L’ufficialità della notizia, che era già trapelata nelle scorse settimana, è arrivata nella mattinata di mercoledì 24 settembre durante l’incontro tra il presidente della Regione, Augusto Rollandin, ed il sottosegretario allo sviluppo economico con delega alle comunicazioni Paolo Romani: «durante la riunione, alla quale erano presenti tutti i ‘broadcast’ – spiega Rolladin – e che riavvia tutte le procedure del piano nazionale di digitalizzazione, è stato deciso che entro novanta giorni sarà congiuntamente definita la data dello ‘switch off’ della Valle d’Aosta, in linea con il piano che prevede il passaggio della nostra regione alla nuova tecnologia entro il primo semestre del 2009. Particolare attenzione è stata dedicata alla conformazione orografica della Valle d’Aosta ed alla situazione delle valli laterali ed al loro progressivo coinvolgimento in modo da assicurare che nessuno verrà escluso nel passaggio dall’analogico al digitale».Per quanto riguarda la Sardegna, l’altra regione italiana che sta sperimentando la Dtt, lo ‘switch off’ si verificherà dal 15 al 31 ottobre, in quattro fasi, e quindi il segnale televisivo analogico tradizionale sarà definitivamente spento su tutta l’isola.
Intanto sta crescendo l’interesse per la Dtt: oltre ai nuovi canali, in chiaro ed a pagamento, aperti sia dalla ‘Rai’, sia da ‘Mediaset’, è stato reso pubblico l’interesse di ‘Sky’, unico broadcaster della televisione via satellite in Italia: «‘Sky’ non e’ solo una tv satellitare – ha dichiarato Andrea Scrostati, vice presidente ‘Corporate and market communications’ di ‘Sky’ – siamo pronti a sbarcare su nuove piattaforme, compresa la televisione digitale terrestre, non appena ci sarà possibile. In questa prospettiva va letto l’impegno di ‘Sky’ a rafforzare le partnership con gli operatori telefonici per migliorare contenuti e tecnologie della ‘Iptv’ (la televisione via Internet, n.d.r.). Auspichiamo che, per quanto riguarda lo sviluppo di nuove reti per le telecomunicazioni, sia garantita la pari opportunità a tutti i soggetti che vogliano investire nelle comunicazioni elettroniche, a prescindere dal modello regolatorio scelto per le reti di nuova generazione. Siamo convinti sia inutile e dannoso regolamentare i mercati se non esistono barriere all’entrata o laddove vengano utilizzate risorse liberamente disponibili sul mercato».