DTT, tv locali. Ridda di controlli della GdF presso le emittenti: al centro delle verifiche la separazione contabile

Si sono moltiplicate presso le sedi delle emittenti televisive le visite della Guardia di Finanza. Si tratta, quasi sempre, di controlli di natura amministrativa connessi alle domande per l’ottenimento dei contributi ex L. 448/1998, anche se qualche volta le ispezioni traggono spunto da accertamenti disposti da Agcom o dai Corecom regionali.

In gran parte dei casi, le contestazioni mosse riguardano la separazione contabile, come noto, obbligo in capo ai soggetti che operano nell’ambito delle trasmissioni radiotelevisive digitali. Ma ad essere oggetto di approfondimento non è tanto e non solo la distinzione tra l’attività di operatore di rete e quella di fornitore di servizi di media audiovisivi, ormai pacifica e pressoché unanimemente adottata, quanto la scorporazione all’interno della sfera dei content provider, in altri termini la ripartizione tra singoli programmi. Un problema gestionale non da poco, se si considera che, spesso, un’emittente tv locale ex analogica gestisce anche 6 autorizzazioni per la fornitura di servizi di media audiovisivi locali oltre all’attività di operatore di rete (nel qual caso, secondo un’interpretazione rigida, occorrerà realizzare sezioni contabili per 7 attività all’interno della medesima società). Non solo, oggetto di confronto coi controllori è sovente anche l’attività di “carrier in house”, cioè destinata a veicolare esclusivamente programmi propri (quindi. In tal caso, sempre secondo una lettura rigida, occorrerebbe comunque ricostruire le poste dell’attività di network provider come se si avesse una veicolazione per conto terzi). “Anche per questo motivo negli ultimi mesi si è assistita ad un‘intensificazione di operazioni di spin-off societario”, commenta Giovanni Madaro, responsabile dell’Area Economica della struttura di competenze a più livelli Consultmedia (collegata a questo periodico). “D’altra parte – prosegue Madaro – una separazione contabile di tale complessità non sottrae dal rischio di interpretazioni diverse che possono portare anche all’applicazione di sanzioni pesanti o, peggio, a dare adito a contestazioni a riguardo delle procedure per l’attribuzione di contributi”. Tra l’altro, spiega Stefano Cionini dell’Area Affari Legali della medesima struttura, le scissioni, i conferimenti e comunque le alienazioni di rami aziendali sono occasioni rilevanti per quantificare gli asset che andranno a formare il patrimonio netto delle newco. (E.G. per NL)

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